Roma, 23 dicembre 2025
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Vent’anni della Sala dell’Esedra: il Marco Aurelio tra archeologia, architettura e digitale

Ai Musei Capitolini vent’anni dalla Sala dell’Esedra del Marco Aurelio. Presentato il volume «Marco Aurelio nell’Era Digitale» tra ricerca, restauro e innovazione

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 2 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Al Campidoglio, nei Musei Capitolini si celebra un anniversario emblematico. Sono infatti trascorsi vent’anni da quando, il 22 dicembre del 2005, è stata qui inaugurata la Sala dell’Esedra del Marco Aurelio. La nuova grande aula vetrata, costruita all’interno di quello che storicamente era denominato il «Giardino Romano» del Palazzo dei Conservatori, accoglie oggi la grande statua equestre di Marco Aurelio insieme ad alcuni dei più importanti bronzi capitolini: l’Ercole in bronzo dorato proveniente dal Foro Boario e i resti del colosso bronzeo di Costantino.

Un’architettura moderna nel cuore del Campidoglio

Progettata dall’architetto Carlo Aymonino, la Sala dell’Esedra rappresenta una delle più prestigiose realizzazioni architettoniche moderne all’interno del complesso museale capitolino. L’intervento costituisce il fulcro espositivo tra la parte storica del Palazzo dei Conservatori e i settori museali di più recente costituzione, segnando una continuità ideale tra archeologia, architettura rinascimentale e museografia contemporanea.

La sala è stata realizzata in un’area scoperta che storicamente segnava il confine tra la proprietà dei Conservatori e quella della famiglia Caffarelli. In questo stesso spazio, per ospitare la grande quantità di sculture provenienti dagli scavi legati all’urbanizzazione dei nuovi quartieri dopo la proclamazione di Roma Capitale, nel 1876 fu costruito un padiglione ottagonale progettato da Virgilio Vespignani, successivamente smontato per restituire l’area alla funzione di giardino.

La statua equestre e i grandi bronzi capitolini

La grande e luminosa aula attuale, erede di quella ottocentesca, ospita la statua equestre in bronzo di Marco Aurelio, originariamente collocata al centro di Piazza del Campidoglio e oggi sostituita all’esterno da una copia per proteggerla dai danni dell’esposizione agli agenti atmosferici. Il monumento, non citato dalle fonti antiche, fu verosimilmente realizzato nel 176 d.C., in occasione del trionfo dell’imperatore sulle popolazioni germaniche, o nel 180 d.C., subito dopo la sua morte. Conservato al Laterano fin dal Medioevo, è giunto fino a noi grazie a un’errata identificazione con l’imperatore cristiano Costantino.

Nella sala trovano posto anche alcuni dei grandi bronzi appartenenti al nucleo originario delle collezioni capitoline di antichità, come l’Ercole in bronzo dorato dal Foro Boario e i resti del colosso di Costantino. Il percorso espositivo valorizza inoltre i resti monumentali delle fondazioni del Tempio di Giove Capitolino, integrandoli nella narrazione museale.

Tra tutela, ricerca e futuro digitale

A vent’anni dall’apertura, la Sala dell’Esedra si conferma uno spazio centrale per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio antico, ma anche un laboratorio di sperimentazione, dove architettura, archeologia e nuove tecnologie concorrono a ridefinire il modo di raccontare l’eredità di Roma.

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