Roma, 24 dicembre 2025
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Presepe a Roma: tra storia, devozione e arte nella città della Natività

Dalle origini ai "100 Presepi in Vaticano": ecco come è evoluta la tradizione nella Capitale

di Gianluca DoderoULTIMO AGGIORNAMENTO 1 giorni fa - TEMPO DI LETTURA 3'

Nel cuore della cristianità, Roma custodisce alcune delle testimonianze più antiche e significative del presepe, simbolo universale del Natale che racconta la scena della Natività di Gesù.

Dalle sue origini medievali fino alle grandi esposizioni contemporanee, il presepe nella Capitale è un ponte tra fede, arte e costume.

Le origini: Arnolfo di Cambio e la reliquia della mangiatoia

Una delle prime e più importanti testimonianze artistiche della rappresentazione della Natività si trova a Santa Maria Maggiore, dove è conservato il presepe scolpito da Arnolfo di Cambio nel 1291: un gruppo marmoreo che raffigura la Sacra Famiglia, i Magi, il bue e l’asino, considerato il primo presepe “stile cristiano” nella storia dell’arte italiana.

Questa opera non è solo arte: si inserisce nella devozione medievale legata alla Sacra Culla, la reliquia della mangiatoia in cui, secondo la tradizione, fu adagiato Gesù Bambino, custodita nella Basilica liberiana fin dall’VIII secolo e visibile ancora oggi.

L’opera di Arnolfo di Cambio fu ispirata anche dalla figura di San Francesco d’Assisi, "inventore" del Presepe, che nel 1223 a Greccio realizzò la prima rappresentazione vivente della Natività con animali e scena reale, per rendere accessibile e comprensibile il mistero del Natale ai fedeli. L’idea nasce dal desiderio di rivivere il gesto di Betlemme, una tradizione che si è poi diffusa nelle chiese e nelle case di tutto il mondo.

Dal Medioevo alla Roma dell’Ottocento: un fenomeno di costume

Nel corso dei secoli Roma vide crescere un gusto sempre più diffuso per la rappresentazione della Natività, tanto che nel XIX secolo il presepe divenne un vero fenomeno di costume nella capitale. Le scene presepiali si integravano nei contesti urbani e rurali, rispecchiando l’ambiente cittadino con rievocazioni di vestigia imperiali, scorci di campagna e paesaggi rupestri, reinterpretando la storia sacra attraverso la lente della vita quotidiana romana. Si scatenò una sorta di gara tra le famiglie nobiliari cittadine a creare il presepe più bello e a farne godere, come atto liberale e condiviso, a tutto il popolo romano.

Esemplari di questo stile ben preciso, il presepe della Basilica dei Santi Cosma e Damiano, in stile napoletano del Settecento con figure in terracotta e legno, ambientato sullo sfondo maestoso delle antiche rovine del Foro Romano, e quello della Basilica di S. Eustachio, dove si può ammirare una raffigurazione significativa della Natività inserita nel contesto storico della piazza e della chiesa medioevale.

Ovviamente il più iconico al mondo è il presepe di piazza San Pietro, simbolo di speranza, pace e fraternità nel cuore del colonnato berniniano. Quest'anno l'opera monumentale è stata donata dalla Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno (Campania) e racchiude gli elementi architettonici e simboli del territorio, riproducendo antiche vie romane, pastori, animali e simboli locali come il noce, simbolo dell'Università di Nocera dei Pagani, con figure in stile settecentesco napoletano realizzate dal maestro presepista Federico Iaccarino.

Accanto al grande allestimento si svolge anche l’ormai consolidata esposizione internazionale “100 Presepi in Vaticano”, che raccoglie oltre cento scene della Natività provenienti da tutto il mondo.

Foto: Presepe di Arnolfo di Cambio - Credit: redazione Turismo Roma

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