
Più decoro, più tutela e una migliore esperienza per i visitatori. Questa l'idea alla base dell'’ipotesi su cui sta lavorando l'assessore al Turismo Alessandro Onorato insieme al sindaco Roberto Gualtieri in merito al problema dell'overturism che attanaglia molte zone del centro di Roma, tra cui Fontana di Trevi. Gli ingressi per il monumento di Nicola Salvi verranno gestiti da un sistema di prenotazione elettronica e avranno un costo di uno o due euro solo per i turisti, autorizzati a stazionare nella zona per una durata di 30 minuti.
L’avvento del turismo di massa ha divorato questi luoghi come prodotti di consumo e in alcuni casi minato equilibri fragili. L'accesso a pagamento avrebbe un risvolto economico e permetterebbe la gestione dei flussi. «L’incasso verrebbe reinvestito per la tutela del monumento e per assumere il personale che garantirebbe la sicurezza e gestirebbe il flusso dei turisti, creando nuovi posti di lavoro», spiega Onorato.

Sulla questione molti dei turisti si sono detti in disaccordo con la proposta dell'assessore. Per la maggior parte di loro la cultura pubblica, o meglio l’accesso alle parti monumentali e ai beni archeologici dovrebbe essere gratuito, «si tratta di un posto pubblico, perché dovremmo pagare?», è il commento di molti.

Altri affermano che pagherebbero una piccola quota, «pagherei 1 euro ma non di più», racconta una turista inglese. «È già abbastanza costoso venire in vacanza qui se non sei abituato a pagare in euro. Diventerebbe tutto troppo caro».
Per Giulia invece, che è di Venezia ed è in vacanza a Roma con la famiglia, non si tratta di nulla di nuovo. «Con noi sfondi un portone aperto. Anche nella nostra città purtroppo stanno limitando gli accessi per contrastare il turismo di massa. Ma gli effetti sono da vedere».
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