
Momenti di forte tensione si sono verificati all’interno dell’istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, a Roma, dove un agente di polizia penitenziaria è rimasto gravemente ferito durante un’aggressione avvenuta nel corso del servizio.
A rendere noto l’accaduto è stato il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), che parla di ore di violenza e terrore all’interno della struttura.
Secondo quanto riferito da Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sappe, «un gruppo di detenuti stranieri ha prima sequestrato un poliziotto penitenziario e lo ha poi violentemente aggredito», provocando ferite anche a un secondo agente intervenuto in supporto.
Il sindacalista sottolinea come l’episodio si inserisca in un contesto già segnato da frequenti aggressioni ai danni del personale in servizio.
Somma evidenzia inoltre gravi carenze sul piano dell’organizzazione interna dell’istituto. Al momento dei fatti, riferisce il Sappe, non erano presenti né il direttore né il comandante, risultavano assenti ispettori e sovrintendenti e la responsabilità della sezione era affidata a un agente con soli tre anni di servizio. Una situazione che, secondo il sindacato, contribuisce ad aggravare le condizioni di sicurezza all’interno del carcere minorile.
Nel corso degli scontri sarebbero stati danneggiati anche alcuni arredi della struttura. Il Sappe parla di un quadro non più sostenibile e chiede un intervento immediato da parte del Ministero, sollecitando l’avvio di un’ispezione per accertare le responsabilità e verificare le condizioni di sicurezza dell’istituto.
Il sindacato annuncia inoltre l’intenzione di denunciare l’accaduto nelle sedi competenti, chiamando in causa chi è deputato a garantire l’incolumità degli agenti.
Sull’episodio è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, che ha espresso solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito.
«Chi aggredisce un appartenente alle Forze di polizia colpisce lo Stato», ha affermato, sottolineando la necessità di una risposta ferma per evitare il rischio di emulazioni.
Capece riconosce una maggiore attenzione da parte del Governo e dell’Amministrazione penitenziaria verso il settore, ma ribadisce l’urgenza di misure concrete e immediate, richiamando anche le persistenti carenze di organico e la necessità di una riorganizzazione complessiva dei circuiti detentivi a livello nazionale.
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