Ztl di Roma per i diesel Euro5, Patanè: «Proporremo alla Regione una deroga»
- Camilla Palladino
- 17 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Al momento sono circa 80 i varchi montati dal Campidoglio, e i veicoli che entrano in divieto non raggiungono il 2 per cento

«L'unica cosa che può fare il Campidoglio è proporre una deroga, e lo faremo, ma deve essere comunque approvata con delibera regionale». A parlare è l'assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè, a proposito dell'aggiornamento del «Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria» approvato dalla giunta regionale del Lazio in cui è previsto il divieto di circolazione – dal 1 novembre al 31 marzo – all'interno della Ztl Fascia Verde di Roma per i veicoli più inquinanti: diesel fino a Euro 5 e benzina fino a Euro 2.
I livelli di inquinamento a Roma
L'idea dell'amministrazione capitolina è dunque proporre la stessa deroga dell'anno scorso. «Vorrei ricordare - ha aggiunto Patanè - che questo non è un provvedimento di mobilità, ma di salute pubblica. Nel momento in cui noi dovessimo valutare che i livelli di inquinamento sono eccessivi, quindi che ci sono stati degli sforamenti oltre i 40 microgrammi per metro cubo dei due inquinanti più importanti che sono l'NO2 e il PM10, a quel punto dovremmo intervenire. In questo momento non abbiamo dati così drammatici, quindi cercheremo di riproporre la stessa limitazione, cioè quella Euro3 diesel ed Euro2 benzina anche per il 2025-2026 da novembre, e verificheremo scientificamente i dati che l'Arpa ci manda, che è sempre un ente regionale».
Montati 80 varchi della Ztl Fascia verde
E i varchi quando verranno accesi? Lo ha spiegato ancora l'assessore: «Noi abbiamo montato già un'ottantina di varchi sui 143 che sono accesi con una funzione di monitoraggio. Stiamo verificando quanti veicoli entrano in divieto e sono pochissimi, non raggiungono il 2 per cento. Questa è una cosa positiva nel senso che ci si è abituati a questo tipo di divieti. Faremo un piano che riguarda le emissioni inquinanti e cercheremo di limitare il più possibile l'impatto sulla mobilità, sempre in accordo con la Regione. Vorrei ricordare che non si tratta di inquinanti clima-alteranti, ma di inquinanti dannosi per la salute che sono stati oggetto della sentenza di condanna della corte di Giustizia europea per due volte contro l'Italia e contro 12 siti tra i quali nel Lazio abbiamo la Valle del Sacco e Roma».