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  • Edoardo Iacolucci

"Volo orto", coi volontari all'Orto Botanico: “Una foresta dietro casa”

Al via l'ambrizioso progetto «Volo Orto» : oltre 60 volontari si prenderanno cura dell'Orto Botanico con diverse attività, insieme ai professionisti.

La presentazione del progetto «Volo Orto» all'Orto Botanico di Roma
La presentazione del progetto «Volo Orto» all'Orto Botanico di Roma (La Capitale)

«Vogliamo fare le cose giuste: creare un'unione tra università e cittadinanza. Un “poro” aperto, per portare dentro le idee di tutti» . Lo introduce così, Ilaria Pimpinelli dell’associazione Pandoracasanatura, «Volo Orto» l'ambizioso progetto di partecipazione attiva dei romani alla cura e alla conservazione dell’Orto Botanico di Roma, un vero regno di biodiversità di 12 ettari, nel cuore di Trastevere.


L’iniziativa è condivisa da Pandoracasanatura, Butterfly Eden (la fiabesca «Casa delle Farfalle») e lo stesso Giardino trasteverino, con il sostegno attivo di Francesca Romana Maroni con la sua Sens Eventi: ​​«Il nostro è un supporto di carattere organizzativo e di comunicazione - spiega Francesca Maroni -. Sono onorata di essere parte propulsiva di questa iniziativa che prevede il coinvolgimento di un gruppo di volontari allo svolgimento della mission principale dell'Orto Botanico: la divulgazione scientifica. I cittadini possono partecipare alla vita della comunità avendo la possibilità di incidere nella qualità della vita: conoscendo le piante, facendo attività di impegno e divulgazione scientifica e culturale, che animeranno le attività».

Insieme, hanno organizzato un grande gruppo di volontari, per ora 6o, per un’esperienza strutturata e concreta.


«L’inzitiva ha il pregio del confronto» commenta - attivo in anche lui nel progetto - il documentarista Fabio Toncelli, autore di «Cacciatore di Paesaggi» (per il programma Rai «Kilimangiaro») dove va alla scoperta del lato selvaggio dell’Italia. Una puntata è stata proprio sull’Orto: «Qui tutto parla di noi. Di Roma. E di Roma, prima di Roma. Come l'acanto - la vegetazione che vediamo sui capitelli della città. Era questa l’ispirazione: il contatto con il mondo naturale».

Questo essere "dietro casa” del Giardino Botanico, secondo Toncelli «è di una potenza pazzesca. Ora nelle città c'è la spinta a far tornare il mondo selvatico. Qui è più che selvatico: è una foresta vera. Chi verrà qui si misurerà con un altro tempo, quello della vita naturale».

Un veicolo di educazione botanica a tutti gli effetti: «Chi è attivo qui, porterà ciò che apprende fuori. A casa propria: dal proprio terrazzo, alla città» conclude il documentarista.


Proprio per consolidare la vicinanza alla comunità cittadina è nato il piano di volontariato: «Gli ambiti di intervento dei volontari - spiega Flavio Tarquini, membro della direzione dell'Orto - vanno dalla collaborazione alle attività di catalogazione, alla documentazione e implementazione delle specie botaniche e del materiale del Butterfly Eden, fino al supporto all’organizzazione di eventi culturali e alla creazione di un “giardino didattico”: un’esposizione all'aperto delle piante coltivate».


«Il calendario annuale degli interventi prevede l’operatività e l’avvicendamento di diversi volontari per una durata di tre mesi - conclude Ilaria Pimpinelli -. Un volontariato "liquido", in cui ciascuno sarà coinvolto nell’evento finale. Una vera e propria festa, dell’impegno e il lavoro di tutti».


La storia dell'Orto Botanico: da Cristina di Svezia a La Sapienza

Uno degli obiettivi, è anche rendere il Giardino un polo museale attrattivo non solo per studenti e turisti, ma anche per gli stessi romani. Un'area della Capitale meno conosciuta di quanto dovrebbe. L'Orto Botanico è una vera meraviglia in pieno centro: dietro Piazza Trilussa, all’ombra del Gianicolo.

Nato alla fine dell’800 negli spazi del giardino di villa Corsini, della residenza di Cristina di Svezia, e prima ancora delle antiche terme di Settimio Severo, è uno dei più grandi d'Italia e segue la tradizione dei giardini scientifici come i Giardini Vaticani.

Fu istituito nel 1514 da Papa Leone X per l'insegnamento delle piante medicinali e trovò la sua collocazione definitiva nel 1883.

Villa Corsini, già di grande valore artistico grazie ai restauri di Ferdinando Fuga, ospita capolavori come la fontana degli undici zampilli e quella dei tritoni. Il primo direttore, Pietro Romualdo Pirotta, creò l'area naturalistica attuale, inizialmente composta solo da un antico bosco e due cedri del Libano.

Oggi è un polo museale dell'università La Sapienza, ricco di collezioni botaniche da tutto il mondo: un polmone verde di oltre dodici ettari rivitalizzato una serie di iniziative, in collaborazione con Francesca Romana e Luca Maroni («Sens Eventi») e promossi dal direttore dell'Orto Botanico, Fabio Attorre.

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