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Redazione La Capitale

Violenza sulle donne, arriva lo smartwatch per segnalare i pericoli

Il progetto è stato presentato dal procuratore capo Francesco Lo Voi dopo la firma un protocollo tecnico con il comandante provinciale dei carabinieri Marco Pecci


carabinieri
In arrivo lo smartwatch per segnalare situazioni di pericolo ai carabinieri. Credit: Ufficio Stampa Carabinieri

Al via il progetto Mobile Angel, lo smartwatch contro la violenza sulle donne collegato direttamente alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Roma. A presentarlo nella mattinata di martedì 14 maggio il procuratore capo Francesco Lo Voi, dopo aver firmato un protocollo tecnico con il comandante provinciale dei carabinieri Marco Pecci


Parte così il servizio avviato nella capitale dalla collaborazione tra l’arma dei carabinieri e Soroptimist International club di Roma, Roma Tre e Roma Tiber, e interamente finanziato dalla Fondazione Lottomatica.


Come funzionerà lo smartwatch

Si tratta in sostanza di un’intesa con cui si stabiliscono le regole che prevederanno prima la sperimentazione e poi l’entrata a regime di un orologio con diverse app, tra cui una collegata con la centrale operativa dell’arma dei carabinieri


Indossato dalla vittima di atti persecutori o comunque di violenza di genere, lo smartwatch potrà essere attivato direttamente dalla donna in questione nel momento in cui si sente in pericolo. Ma non solo. Il dispositivo, dotato di un microfono e di geolocalizzazione, si attiverà in automatico nei casi in cui la persona aggredita non possa parlare. 


A chi saranno consegnati gli orologi

Gli orologi saranno consegnati alle vittime di violenza attraverso un esame dei casi da parte dei militari, in accordo con i magistrati della procura di Roma, e con il loro consenso resteranno connessi con la rete telefonica del loro cellulare. 


Uno strumento per combattere la violenza di genere che, solo negli ultimi sei mesi a Roma ha provocato l’attivazione di 470 codici rossi, nella maggior parte dei casi attinenti a maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, che a loro volta hanno portato all’arresto di 82 persone e alla denuncia di altre 322.


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