Un tavolo tecnico per la riqualificazione di Castel Fusano, Alfonsi: «Potenziato il sistema antincendio»
Negli ultimi anni l'amministrazione capitolina ha effettuato nella pineta di Castel Fusano circa 3500 trattamenti di endoterapia, 149 abbattimenti e 110 messe a dimora
Istituire un tavolo tecnico per riqualificare la pineta di Castel Fusano che ancora sconta le conseguenze dell’incendio del 2000, in cui erano andati a fuoco circa 300 ettari di verde. Questa la sintesi della memoria presentata dall'assessora capitolina all'Ambiente Sabrina Alfonsi e approvata dalla giunta nella seduta di martedì 15 ottobre.
Alfonsi: «Potenziato il sistema antincendio»
Nel testo si dà mandato alla direzione del dipartimento Tutela ambientale di determinare le linee guida per il progetto di riqualificazione dell’area, con l'aiuto di indagini naturalistiche e ricerche ambientali condotte sul territorio. «Intendiamo restituire alla cittadinanza quest’area in modo che ne possa fruire nel modo migliore. A tal fine è stato anche potenziato il sistema di contrasto agli incendi, tramite un software collegato con la sala operativa della Protezione civile», ha raccontato l'assessora Alfonsi.
Il rogo e la tumeyella
Ai danni del rogo di 24 anni fa, recentemente si è aggiunta l’aggressione del parassita toumeyella (anche detta cocciniglia tartaruga dei pini). Un'epidemia che negli ultimi anni ha portato l'amministrazione capitolina a effettuare circa 3500 trattamenti di endoterapia, 149 abbattimenti e 110 messe a dimora. Per la piantumazione dei nuovi alberi sono stati scelti pini di Aleppo, più resistenti, querce, lecci e sottobosco. «Le conseguenze del cambiamento climatico non possono essere ignorate e quindi una modifica parziale del paesaggio sarà inevitabile», ha sottolineato Alfonsi.
Uno studio di dettaglio per la pineta di Castel Fusano
Secondo il Campidoglio, per recuperare la pineta è necessario studiare un piano più ampio rispetto agli ultimi interventi, valutando gli aspetti paesaggistici e naturalisti della zona, che comprende dune costiere, boschi, zone umide e ambienti fluviali. E poi la pineta secolare, da un lato, e il sottobosco a macchia mediterranea dall'altro. «Proprio per tali caratteristiche - ha aggiunto l'assessora - è necessario uno studio di dettaglio che consenta interventi mirati ed efficaci. Il tavolo potrà avvalersi di specifiche competenze per elaborare le direttive che consentiranno una riqualificazione completa degli spazi».
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