Un piano per tutelare il centro storico di Roma: via libera del Campidoglio

È stato aggiornato il Piano di gestione del patrimonio monumentale romano, riconosciuto di interesse mondiale dall’Unesco

Una parte del centro storico di Roma vista da ponte Umberto I. (La Capitale)

Conservazione, valorizzazione, sostenibilità e comunicazione. Sono i quattro obiettivi del Piano di gestione 2024-2030 del sito patrimonio mondiale «Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le mura», ovvero del patrimonio monumentale romano riconosciuto di interesse mondiale dall’Unesco, l’Agenzia dell’Onu che si occupa, tra le altre cose, della tutela del patrimonio culturale globale. Il documento, redatto con la coordinazione della Sovrintendenza capitolina, è stato approvato dalla giunta Gualtieri nella mattinata di venerdì 26 luglio.

Si tratta di un aggiornamento del precedente Piano di gestione, risalente al 2016, che ora dovrà essere approvato dalla Santa Sede, per poi essere inoltrato al Centro del patrimonio mondiale dell’Unesco a Parigi. L'obiettivo è quello di tutelare il «valore universale eccezionale» del sito, condizione imprescindibile per l’inserimento del centro storico di Roma nella lista del Patrimonio Unesco. Ma come? «Combinando conservazione, crescita e sviluppo socio-economico della città e bilanciando gli interessi dei diversi soggetti che operano al suo interno», fa sapere il Campidoglio.

I quattro obiettivi del Piano: conservazione, valorizzazione, sostenibilità e comunicazione

La guida indica dunque i criteri da usare per la conservazione del patrimonio, del paesaggio naturale e del paesaggio urbano, mitigando gli effetti negativi dell’attività umana sul decoro, e potenziando gli strumenti di conoscenza per la loro salvaguardia. Per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del sito, della sua storia e della sua identità culturale anche in coordinamento con le iniziative provenienti dalla comunità locale, da coinvolgere sempre di più nei processi decisionali.

Per fornire sostegno allo sviluppo di un turismo sostenibile grazie a uno stretto coordinamento tra i molteplici attori del settore in modo da esaltare i valori identitari del sito e nello stesso tempo alleggerire l'overtourism, incentivando una efficace regolamentazione del sistema ricettivo. E infine per la promozione della conoscenza del sito, favorendo la sua comunicazione coordinata con quella delle varie istituzioni territoriali e promuovendo programmi di Capacity Building e di formazione degli addetti.

Gotor: «Passaggio fondamentale»

«L’adozione del nuovo Piano di gestione è un passaggio fondamentale per riuscire a conciliare la tutela e la conservazione del patrimonio con lo sviluppo della città moderna, trovando un punto di equilibrio tra tradizione e tecnologia e interessi pubblici e privati, puntando a superare i possibili fattori di rischio che potrebbero mettere a repentaglio l’eccezionale valore universale riconosciuto a Roma dall’Unesco. Quella di una corretta e attenta gestione del Sito Unesco di Roma è una sfida che stiamo affrontiamo con determinazione e impegno, coscienti anche della nostra responsabilità nei confronti delle generazioni future», ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Campidoglio, Miguel Gotor.

Il centro storico di Roma - un’area di quasi 1500 ettari che comprende monumenti archeologici, chiese, palazzi, parchi e ville storiche, fontane, strade e piazze - è stato iscritto nel 1980 nella lista del patrimonio mondiale Unesco e da allora la programmazione delle azioni necessarie alla tutela e la valorizzazione dell’area devono seguire indirizzi e programmi elaborati in sede nazionale e internazionale. Dal 2023, inoltre, al sito Unesco si affianca una «buffer zone», una «zona cuscinetto» che ha il duplice compito di proteggere il sito Unesco e di costituire un ponte con le zone più periferiche della città.