Al via il processo per l'invasione di Ultima Generazione agli Internazionali, l'attivista: «Soffocato e tirato per i capelli»
- Edoardo Iacolucci
- 20 ore fa
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Il 13 maggio 2024, durante una protesta al Foro Italico, un manifestante ha denunciato abusi che avrebbe subito dalla polizia. Il processo inizierà a novembre 2026

Si è svolta oggi presso il Tribunale di Roma l’udienza preliminare legata agli eventi del 13 maggio 2024, quando nove attivisti del movimento Ultima Generazione interruppero due partite del torneo Atp degli Internazionali di Tennis al Foro Italico con un’azione di disobbedienza civile nonviolenta.
L’iniziativa, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza climatica, si è conclusa con l’arresto dei partecipanti e il loro trasferimento presso il commissariato di Prati.
La testimonianza di Giacomo Baggio Zilio, di Ultima Generazione
Tra i fermati c’era Giacomo Baggio Zilio 34 anni, consulente legale e attivista, che ha denunciato un episodio di violenza durante le oltre sei ore di trattenimento. Secondo il suo racconto, in aula, un agente di polizia lo avrebbe afferrato al collo con forza per due volte, strattonandolo e tirandogli i capelli, con conseguenze fisiche che hanno richiesto un accesso al pronto soccorso:
«Sono stato soffocato e strattonato per i capelli durante una manifestazione pacifica. È stato un abuso che mi ha segnato fisicamente e psicologicamente. Non avrei mai immaginato di vivere una simile esperienza in uno Stato di diritto». ha dichiarato Giacomo Zilio davanti al Tribunale.
Libertà di espressione e repressione del dissenso
Il caso ha acceso i riflettori su un tema più ampio: la libertà di manifestare e il trattamento riservato a chi sceglie forme di protesta nonviolente. Secondo gli attivisti, episodi come quello denunciato si inseriscono in un contesto crescente di repressione delle manifestazioni civili, favorito anche da misure legislative recenti come il cosiddetto «decreto Sicurezza».
«Questo decreto protegge chi esercita abusi e lascia senza tutela chi manifesta. Così si mina la fiducia nelle istituzioni e si colpisce la partecipazione democratica» - ha aggiunto Zilio.
Rinvio a giudizio: il processo partirà nel 2026
Il giudice per l’udienza preliminare (gup) ha disposto oggi il rinvio a giudizio per gli imputati. Il processo si aprirà nel novembre 2026. Le accuse mosse sono molteplici e sono per concorso e condotta aggravata, resistenza a pubblico ufficiale (per alcuni imputati), lesioni personali aggravate (per alcuni imputati) e violazione delle misure di prevenzione.
Un caso emblematico per il futuro del diritto alla protesta in Italia
La vicenda giudiziaria non si limita al singolo episodio, ma apre interrogativi più profondi sulla tutela dei diritti civili in Italia, in particolare del diritto alla protesta pacifica e della libertà di espressione. Il processo previsto per il 2026 si annuncia come un banco di prova importante per la giustizia italiana e per il riconoscimento dei limiti all’uso della forza da parte delle forze dell’ordine.