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Redazione La Capitale

Truffa alle poste di piazza Bologna, anziani raggirati: dipendente chiedeva prestiti a loro insaputa e poi riscuoteva

Aggiornamento: 28 ott

Truffa all’ufficio postale di piazza Bologna. Una dipendente avrebbe rubato i risparmi di alcuni anziani correntisti. Come avveniva la truffa

Anziani truffati da una dipendente dell'ufficio postale di Piazza Bologna (Poste Italiane)
Anziani truffati da una dipendente dell'ufficio postale di Piazza Bologna (Poste Italiane)

Una serie di truffe all’ufficio postale Nomentano. Nuovi conti mai accesi, correntisti ignari. Prestiti a dir poco misteriosi, finanziamenti sottoscritti a loro insaputa. Rate da pagare, debiti che non avrebbero mai pensato di avere.


Sette anziani, per lo più pensionati, si sono ritrovati nel bel mezzo di una truffa. Non avevano fatto richiesta di nulla, eppure si trovavano con prestiti attivi, senza aver avviato nemmeno una pratica.

La situazione si è rivelata ben più complessa. Dopo un’indagine, è emerso un inquietante segreto. Una dipendente dell’ufficio postale era la mente di tutto. Usava, in modo clandestino, i documenti degli anziani per aprire nuovi conti correnti. Non solo: stipulava contratti con le finanziarie e, poi, si appropriava delle somme riscuotendo al bancomat.


Ogni mese, ai correntisti arrivavano bollettini da pagare, debiti di cui non sapevano nulla. Molti hanno chiesto aiuto ai figli. Altri pensavano addirittura che fossero stati i nipoti a fare un brutto scherzo.


La polizia postale ha avviato un’indagine risolutiva. Dopo un lavoro preciso e rapido, è stata individuata la dipendente responsabile. La truffa è venuta alla luce, ed è apparso chiaro come l’impiegata delle poste fosse la regista di questa storia. La dipendente, che sembrava avere trovato il modo di eludere i controlli, ora si trova nei guai. Un procedimento interno è stato aperto nei suoi confronti, e inoltre la procura l’ha messa nel mirino: truffa e sostituzione di persona in un’inchiesta coordinata dal pm Eleonora Fini.


Il primo colpo è stato assestato con l’aiuto di un collega. Settemila euro a nome di una donna. Successivamente, ha effettuato prelievi rapidi di 3.500 euro in due momenti diversi. Poi, la complicità del collega è svanita. Ma l’impiegata non si è fermata. Ha alzato il livello delle sue operazioni. Ha aperto un libretto di risparmio a favore di un altro correntista. Ha attivato la cessione del quinto su un importo di 67mila euro. Altre azioni simili sono state portate avanti con nuove vittime, che la donna andava individuato. Infine, è arrivata a stipulare una polizza poste vita per 55mila euro a favore di un anziano.


Così, questa storia è andata avanti per quasi un anno. Nel frattempo, le famiglie delle vittime, esasperate, hanno denunciato tutto. Polizia e carabinieri sono stati coinvolti. Il caso è passato subito agli esperti della polizia postale, che hanno messo a fuoco la vicenda. La dipendente truffatrice, ora, si trova a fronteggiare un processo complicato mentre le Poste Italiane compaiono come parte lesa in questa storia.

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