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  • Camilla Palladino

Tram Termini-Vaticano-Aurelio, entro il 2026 collegherà Boccea a largo Argentina

L'annuncio è arrivato dall'assessore alla Mobilità del Campidoglio Eugenio Patanè durante la seduta congiunta delle commissioni capitoline Pnrr, presieduta da Giovanni Caudo, e Mobilità, presieduta da Giovanni Zannola

Il render della nuova linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio (Roma Mobilità)
Il render della nuova linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio (Roma Mobilità)

Collegare la futura linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio (Tva) da Boccea a largo Argentina entro la fine del 2026. Questo l'obiettivo del Campidoglio emerso nel pomeriggio di lunedì 9 settembre durante la seduta congiunta delle commissioni capitoline Pnrr, presieduta da Giovanni Caudo, e Mobilità, presieduta da Giovanni Zannola, per fare il punto sui lavori.


Gli interventi per realizzare da Tva inizieranno infatti a partire da aprile 2025 dal lato Aurelio, cioè da piazza Giureconsulti, come annunciato dall'assessore alla Mobilità del Campidoglio Eugenio Patanè e confermato dalla commissaria straordinaria di governo Maria Lucia Conti.


«Cambiare il nome del tram da Tva (Termini – Vaticano – Aurelia) a Avt (Aurelia – Vaticano Termini)»

Per questo Caudo ha proposto un cambiamento nell'acronimo: «Credo che da oggi sia necessario cambiare il nome del tram da Tva (Termini – Vaticano – Aurelia) a Avt (Aurelia – Vaticano Termini), visto che i lavori per la linea tranviaria finanziata dal Pnrr partiranno dall’Aurelia e solo in una seconda fase si arriverà a Termini».


La prima tranche di cantieri da piazza Giureconsulti a largo Micara, lunga 2,7 chilometri, sarà completata entro i termini del Pnrr, vale a dire a giugno 2026. Il secondo step riguarderà poi il tratto compreso tra il Vaticano e Termini, passando per corso Vittorio e per via Nazionale, che non rientra nel pacchetto Pnrr ma è finanziata da fondi ministeriali e andrà in esecuzione non prima di gennaio 2026, quando l'Anno Santo sarà concluso. Per ora sono in corso, se non sono stati già calendarizzati, i rilievi per i sottoservizi di acqua, gas ed elettricità con le relative aziende.


Il nodo di piazza Risorgimento e largo Argentina

Ma il nodo fondamentale rappresenta proprio la decisione su come collegare la rete tranviaria esistente al tram 3 di piazza Risorgimento e all'8 di largo Argentina. Dunque l'idea di Patanè: «Se arriviamo all'Argentina e dall'altra parte a Risorgimento entro il 2026, la fine della legislatura, sarebbe un buon obiettivo».


Ha poi illustrato l'assessore capitolino: «Per l'acquisizione di largo Micara stiamo andando avanti, mancano solo gli atti finali». Lì verrà realizzata una rimessa per la manutenzione e il lavaggio dei mezzi. «Per questo tram - dice Patanè - è previsto l'acquisto di 24 vetture, che però non sono legate al Pnrr. Poter depositare lì alcuni mezzi significa poter mettere in funzione il pezzo di linea».


Le criticità maggiori sulla tratta Argentina-Termini

Proseguono poi le interlocuzioni con il Csimu (il dipartimento per lo sviluppo delle infrastrutture e la manutenzione urbana) per il passaggio sui ponti e nelle gallerie, e con il dipartimento Ambiente per le alberature di Gregorio VII. «Il dipartimento Ambiente stava già facendo la verifica sulle piante malate di Gregorio VII - ha aggiunto Conti - e quindi ci siamo trovati parte del lavoro già fatto». Le criticità maggiori sono attese sulla tratta Argentina-Termini: per ora l'ipotesi più accreditata sembra la costruzione di un unico binario sia a via del Plebiscito che a via 4 Novembre, dove le rotaie correrebbero sull'asfalto insieme alle auto. A Corso Vittorio invece l'idea è di far passare il tram al centro della strada, e non ai lati.


Infine per quanto riguarda la tratta che arriverà fino alla stazione Termini, la commissaria Conti ha spiegato che «sarà possibile partire con due cantieri contemporaneamente che vanno a incontrarsi al centro, così come avverrà per il tram di Togliatti: questo perché l'appalto è unico. Per quella parte dovremo prima chiudere la conferenza dei servizi. Quando faremo il progetto esecutivo faremo anche il piano di cantierizzazione. La soluzione a più cantieri - ha garantito per concludere l'architetta - non rallenta i tempi complessivi, anzi tecnicamente si può fare anche prima».

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