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Redazione La Capitale

Traffico illecito di sostanze stupefacenti, quattro persone in manette

L’attività investigativa, condotta tra l’aprile e il luglio 2019, ha consentito di raccogliere indizi di colpevolezza circa l’esistenza di una fiorente piazza di spaccio nei quartieri di Montespaccato e Primavalle, dedita alla vendita di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e marijuana

(Carabinieri)
(Carabinieri)

I carabinieri della Compagnia di San Pietro hanno arrestato quattro persone per l’ipotesi di reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. L’attività investigativa, condotta tra l’aprile e il luglio 2019, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza circa l’esistenza di una fiorente piazza di spaccio nei quartieri di Montespaccato e Primavalle, dedita alla vendita di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e marijuana. Nel corso dell’attività, gli agenti avevano già compiuto 25 arresti in flagranza, tutti convalidati, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.


Nello specifico, i soggetti monitorati, tutti gravati da precedenti analoghi, hanno dimostrato, nel corso delle indagini, di essere estremamente abili nel rifornirsi, anche da persone di origine straniera, di ingenti quantità di sostanza stupefacente, garantendo così ai venditori al dettaglio, un’operatività h24.


Inoltre, sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di una chiara struttura operativa e organizzativa, nella quale, mentre alcuni avevano il compito di avere contatti per il rifornimento della droga, altri dovevano interessarsi delle cessioni ai cosiddetti “galoppini” che dovevano quindi occuparsi della vendita al dettaglio, spesso orientata a una platea di minorenni.


L’introito, che è stato possibile quantificare in circa 500mila euro su base mensile, arrivava nelle loro mani, per la successiva suddivisione. Per cercare di eludere i possibili controlli delle forze dell’ordine, gli indagati utilizzavano, per comunicare, piattaforme telematiche - spesso social network - che hanno tuttavia consentito agli investigatori di raccogliere elementi indiziari.

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