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Redazione La Capitale

Termovalorizzatore, aperta del bando. Gualtieri: “Apertura cantiere a fine anno”

Aggiornamento: 24 mag

L’unica offerta è arrivata da un raggruppamento temporaneo d’impresa capitanato da Acea Ambiente

termovalorizzatore
Progetto del termovalorizzatore di Roma. Credit: Roma Capitale

È stata aperta nella mattinata di lunedì 20 maggio la busta con i documenti amministrativi relativi al bando pubblico per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma. I termini per la presentazione dei progetti erano scaduti sabato scorso (18 maggio) e l’unica offerta arrivata al Campidoglio è di Acea Ambiente, l’azienda romana che si è presentata come capogruppo di un raggruppamento temporaneo d’impresa con Suez Italia, Vianini Lavori, Hitachi e Rmb


I prossimi step

Parte dunque l’iter per l’aggiudicazione definitiva del bando, che prevede diversi step. Prima di tutto va fatta la valutazione di completezza della documentazione presentata, già iniziata dal comune. Subito dopo dovrà essere nominata una commissione per la valutazione degli aspetti economico-finanziari e tecnici, presieduta da un dirigente di Roma Capitale e composta da due esperti del settore. 


Entro luglio, se verranno rispettate le tempistiche, arriverà l’aggiudicazione definitiva. Infine si passerà alla fase che prevede la predisposizione del progetto esecutivo e delle ulteriori verifiche, insieme alla conferenza dei servizi e alla procedura di via. Una lungo iter burocratico che, stando a quanto annunciato dal Campidoglio, dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno. 


Le parole di Gualtieri

«Ora avanti tutta per aprire il cantiere del termovalorizzatore tra la fine del 2024 e l'inizio dell'anno prossimo», ha annunciato il sindaco Roberto Gualtieri, che ha definito l’offerta arrivata dal raggruppamento guidato da Acea «un'ottima notizia per la città». Ha poi aggiunto il primo cittadino: «Roma vuole rivoluzionare il suo ciclo dei rifiuti per trattarli in proprio e costruire finalmente un'autonomia impiantistica come tutte le altre capitali europee e le grandi città italiane hanno già fatto: vogliamo cancellare una volta per tutte il ricorso alle discariche e la vergogna di un modello costoso, inquinante e inefficiente». 


È stata aperta nella mattinata di lunedì 20 maggio la busta con i documenti amministrativi relativi al bando pubblico per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma. I termini per la presentazione dei progetti erano scaduti sabato scorso (18 maggio) e l’unica offerta arrivata al Campidoglio è di Acea Ambiente, l’azienda romana che si è presentata come capogruppo di un raggruppamento temporaneo d’impresa con Suez Italia, Vianini Lavori, Hitachi e Rmb


I prossimi step

Parte dunque l’iter per l’aggiudicazione definitiva del bando, che prevede diversi step. Prima di tutto va fatta la valutazione di completezza della documentazione presentata, già iniziata dal comune. Subito dopo dovrà essere nominata una commissione per la valutazione degli aspetti economico-finanziari e tecnici, presieduta da un dirigente di Roma Capitale e composta da due esperti del settore. 


Entro luglio, se verranno rispettate le tempistiche, arriverà l’aggiudicazione definitiva. Infine si passerà alla fase che prevede la predisposizione del progetto esecutivo e delle ulteriori verifiche, insieme alla conferenza dei servizi e alla procedura di via. Una lungo iter burocratico che, stando a quanto annunciato dal Campidoglio, dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno. 


Le parole di Gualtieri

«Ora avanti tutta per aprire il cantiere del termovalorizzatore tra la fine del 2024 e l'inizio dell'anno prossimo», ha annunciato il sindaco Roberto Gualtieri, che ha definito l’offerta arrivata dal raggruppamento guidato da Acea «un'ottima notizia per la città». Ha poi aggiunto il primo cittadino: «Roma vuole rivoluzionare il suo ciclo dei rifiuti per trattarli in proprio e costruire finalmente un'autonomia impiantistica come tutte le altre capitali europee e le grandi città italiane hanno già fatto: vogliamo cancellare una volta per tutte il ricorso alle discariche e la vergogna di un modello costoso, inquinante e inefficiente». 


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