Tagliate nel Lazio 23 scuole, continua la mobilitazione contro il dimensionamento: venerdì 21 la manifestazione
- Titty Santoriello Indiano
- 17 feb
- Tempo di lettura: 4 min
La protesta, iniziata il 16 gennaio, confluirà venerdì 21 febbraio in una manifestazione per contestare la riorganizzazione degli istituti scolastici, a Roma e nel Lazio, varata il 23 dicembre scorso dalla giunta regionale. La Rete degli studenti medi: «Rocca è ancora in tempo per ritirare la delibera»

La protesta, iniziata il 16 gennaio con flash mob, volantinaggi e banchetti per la raccolta firme, confluirà venerdì 21 febbraio in una manifestazione per contestare la riorganizzazione degli istituti scolastici varata il 23 dicembre scorso dalla giunta Rocca. La mobilitazione, indetta dalla Rete degli studenti medi del Lazio, ha come obiettivo prioritario il ritiro della delibera sul dimensionamento scolastico che prevede la chiusura di 23 istituti in tutto il Lazio. Un provvedimento contestato anche dal Campidoglio e da alcuni municipi di Roma.
Rete degli studenti medi: «Rocca è ancora in tempo per ritirare la delibera»
«Scendiamo in piazza perché vogliamo salvare le nostre scuole», spiega Bianca Piergentili, coordinatrice del sindacato studentesco secondo cui questa «è una battaglia necessaria». Quindi «abbiamo bisogno del sostegno delle forze politiche». Anche perché «il presidente Rocca è ancora in tempo per ritirare la delibera, vogliamo che si fermi». L'invito a partecipare alla manifestazione, - prevista davanti alla regione, dalle 9,30 in Piazza Oderico da Pordenone - è stato per ora raccolto da alcuni esponenti regionali di opposizione.
Bonafoni: (Pd): «Sarò in piazza con gli studenti e le studentesse»
La scuola pubblica «e' un pilastro fondamentale della nostra democrazia e deve essere tutelata e rafforzata, non indebolita. Per questo aderisco con convinzione alla mobilitazione del 21 febbraio», ha fatto sapere la consigliera del Pd Marta Bonafoni. «Tagliare e accorpare le scuole - ha aggiunto - significa colpire il diritto allo studio, ridurre la qualità dell'istruzione e compromettere il futuro di migliaia di studenti e studentesse, soprattutto nei territori piu' periferici e fragili». Per Bonafoni quella della giunta Rocca è « una scelta miope e sbagliata, che ignora il ruolo centrale della scuola pubblica come presidio di inclusione e crescita sociale».
«Convocata con urgenza una riunione»
«Accolgo l’appello degli studenti ad una nuova mobilitazione», ha dichiarato la consigliera regionale Pd Eleonora Mattia che ha poi annunciato: «Abbiamo convocato con urgenza una riunione di tutte le istituzioni e gli attori interessati in modo da individuare percorsi condivisi e sostenibili». L’incontro si terrà mercoledì 26 febbraio alle ore 15:00, presso la Sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio.
Marotta (Avs): «Penalizzati i territori periferici»
Per il consigliere Claudio Marotta (Avs) «la giunta (regionale, ndr) non può ignorare i segnali negativi che arrivano da ogni dove, a partire dagli studenti stessi e dalle loro famiglie, da enti locali e da tutta la comunità scolastica, e tenga conto dei principi di territorialità e degli obiettivi formativi». Altrimenti, spiega Marotta, «verranno nuovamente penalizzati territori di frontiera e aree interne che al contrario avrebbero bisogno di maggiore sostegno e di politiche più presenti per far fronte alle tante sfide che affrontano quotidianamente».

«No a maxi istituti con più di 2000 studenti»
La preoccupazione, dunque, riguarda in primis le scuole che si trovano nelle aree più periferiche dove la scuola costituisce un punto di riferimento dei quartieri oltre che un presidio educativo. «A rischio - scrivono nell'appello i rappresentanti della Rete degli studenti medi - non ci sono solo i 23 istituti coinvolti, ma l’idea che la scuola pubblica debba essere l’elemento di trasformazione dei territori più distanti dai grandi centri abitati, quelli meno popolati e maggiormente lasciati ai margini». Il sindacato è anche preoccupato del fatto che la nuova riorganizzazione potrà creare «maxi istituti con oltre duemila studenti e studentesse finendo per incidere sulla qualità dei percorsi formativi, soprattutto nelle periferie e nei territori di provincia».
Il caso del IV municipio e «gli accorpamenti insensati» a Roma
Una delle situazioni più complesse a Roma riguarda il IV municipio dove verranno accorpati dal prossimo anno scolastico l'istituto comprensivo Alberto Sordi e il Giovanni Falcone da una parte; e l'istituto Giorgio Perlasca con il Giovanni Palombini dall'altra. Sulla vicenda era intervenuto, all'indomani della decisione della regione, il presidente Massimiliano Umberti: «Un Municipio che sta lavorando bene ha un solo modo per essere ferito, quello di colpire i più piccoli e le scuole», aveva detto Umberti. Il provvedimento regionale è stato contestato anche dal Campidoglio: «Non sono state prese in considerazione le proposte di riarticolazione della rete scolastica avanzate dai Municipi V e VII», avevano dichiarato l'assessora alla Scuola capitolina Claudia Pratelli insieme alla presidente dell'omonima commissione Carla Fermariello.
Il «no» dei sindacati
Il percorso verso la razionalizzazione voluta dalla regione, oltre che dalle scuole, ha trovato il dissenso dei sindacati. Nella riunione della conferenza permanente per l'istruzione del 5 dicembre scorso- che ha esaminato le proposte di accorpamento e riorganizzazione delle scuole - la Cisl Scuola ha espresso preoccupazione per l'assenza di un coinvolgimento adeguato delle istituzioni scolastiche nel processo di dimensionamento. La riunione precedente, del 25 novembre, era stata, invece sospesa, proprio su richiesta delle organizzazioni sindacali.