Sit-in opposizioni a Montecitorio: "Contro spacca-Italia e violenza"
I principali leader delle opposizioni si sono ritrovati oggi alle 17.30 in piazza Montecitorio
Bandiere, cori, applausi e un puzzle delle regioni italiane che piano piano si uniscono.
Un sit-in da oltre 300 persone, tra militanti e leader delle opposizioni, si è tenuto oggi pomeriggio davanti a Montecitorio per protestare contro il ddl sull’Autonomia differenziata e la relativa rissa di ieri alla Camera mentre si discuteva sul tema. Tra i presenti la segretaria del Pd Elly Schlein, insieme ai dem Andrea Orlando, Piero De Luca, l’ex ministro Speranza, l’ex presidente della Camera Boldrini e il segretario Pd capitolino Enzo Foschi, che ha promosso fortemente questa manifestazione. E ancora Riccardo Magi di +Europa e Fratoianni e Bonelli di Avs.
Le reazioni delle opposizioni: «Riforma secessionista. Destra ipocrita»
«Siamo qui per protestare contro una proposta di autonomia differenziata secessionista che spaccherà il Paese - commenta Piero De Luca, Pd -. Indebolirà l'Italia e condannerà a morte il Sud creando per legge cittadini di serie A e cittadini di serie B. Lottiamo per garantire a tutti i cittadini pari diritti servizi e opportunità. Questa riforma va in senso opposto e mette a rischio l'unità d'Italia e continueremo a combattere in Parlamento e nelle piazze».
««È un momento di reagire alla al tentativo di sventrare la nostra Costituzione – spiega a La Capitale Andrea Orlando, Pd -, e di farlo tra l'altro con i metodi che abbiamo visto in queste giornate credo che sia importante che qui ci siano cittadini anche di forze politiche tra loro molto diverse» E sulla ricorrenza del centenario dall’assassinio di Giacomo Matteotti: «Sono cent'anni da Matteotti e c'è un buon tasso di ipocrisia nella destra che da un lato celebra un martire del fascismo e dall'altro fa i gesti per richiamare la Decima Mas»
Magi (+E): «Clima di intimidazione»
«Ieri abbiamo visto una bruttissima scena, per l'immagine delle istituzioni e per i rapporti tra forze politiche che non dovrebbero mai andare oltre la dialettica parlamentare, anche se dura – osserva Riccardo Magi, deputato di +Europa - ma non può arrivare all’aggressione fisica di ieri, da parte di deputati della maggioranza. Ancora non si sono sentite né parole chiare di scuse, né di condanna dai leader del centrodestra. C’è un brutto clima di minaccia e intimidazione». Magi fa riferimento anche quello che ha subìto in Albania nella sua visita alla struttura che ospiterà i migranti: «Ho richiesto di garantire che i parlamentari possano fare queste visite in massima sicurezza, come da legge e da Costituzione. È importante tenere alta la guardia e condannare fermamente questi episodi».
Foschi (Pd): «Aggressione squadrista»
In piazza anche Enzo Foschi, segretario Pd di Roma che ha lanciato con forza questo sit-in: «Siamo qui per due motivi. Quello che è successo ieri alla Camera è vergognoso. Non si tratta di una rissa, ma di un'aggressione squadrista a scopo intimidatorio. Chi l'ha messa in atto (i deputati di Lega e Fratelli d'Italia) deve sapere con chiarezza che non ci lasceremo assolutamente intimidire. La nostra battaglia contro la l'autonomia differenziata continuerà. Lo "Spacca-Italia" produrrà più diseguaglianze e disastri a difesa, sanità e scuola pubblica. Se passa, rende più debole il Paese e più potenti le lobby economiche che vogliono comprarselo».
La rissa di ieri alla Camera, sull’autonomia
I deputati Pd, Avs e M5s ieri hanno esposto le bandiere tricolore e hanno intonato l'inno di Mameli e «Bella ciao». Successivamente il deputato pentastellato Leonardo Donno è sceso tendando di portare il tricolore al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, ma presidente della Camera Lorenzo Fontana, ha fermato questa provocazione con l'espulsione del Cinquestelle. In quel momento i leghisti hanno circondato Donno ed è scoppiata una rissa in cui il deputato della Lega Igor Iezzi, ha tentato di colpire in testa il collega pentastellato. Donno ha attesto l'intervento dei medici ed è stato portato fuori dall'Aula parlamentare su una sedia a rotelle.
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