Sit-in di solidarietà al liceo Virgilio, gli studenti: «Punire solo 14 ragazzi per l'occupazione è un’ingiustizia»
Gli studenti del Virgilio contestano la decisione di punire solo 14 ragazzi, ritenendo ingiusta la selezione dei responsabili per l'occupazione

Giovedì pomeriggio, davanti al liceo Virgilio di via Giulia, si è tenuto un sit-in di solidarietà nei confronti di 14 ragazzi identificati dopo l'occupazione della scuola. Gli studenti si sono radunati per protestare contro i provvedimenti disciplinari in arrivo, sottolineando l'ingiustizia di punire solo quei 14 compagni. «Non troviamo giusto che siano stati puniti solo 14 ragazzi visto che l'occupazione è stata una scelta condivisa da tutta la scuola», ha commentato uno di loro. Il sit-in, carico di determinazione, ha avuto lo scopo di denunciare quella che i partecipanti considerano un'ingiustizia. «Non siamo criminali, abbiamo solo difeso il nostro diritto a protestare», ha dichiarato al megafono uno degli studenti presenti.
Dissenso contro la selezione dei puniti: «Un'ingiustizia evidente»
Tra slogan e striscioni, tra cui uno con la scritta «Punirne 14 per educare tutti», i ragazzi hanno espresso il loro dissenso, puntando il dito contro i criteri con cui sono stati individuati i responsabili. «Solo 14 su centinaia di partecipanti? Su che base?» si sono chiesti in molti. Tra loro, quattro rappresentanti d’istituto, accusati di aver allungato i tempi dell’occupazione invece di cercare un accordo con la dirigenza. Gli altri dieci, invece, sarebbero stati riconosciuti da alcuni professori o individuati per la loro appartenenza al Collettivo Virgilio. «Hanno scelto chi punire senza un criterio chiaro, è un’ingiustizia evidente», ha aggiunto uno dei manifestanti.

Il timore principale, emerso durante il presidio, è che questa vicenda non riguardi solo chi ha ricevuto il provvedimento, ma rappresenti un messaggio per tutti gli studenti: protestare può costare caro. «Sembra quasi che vogliano scoraggiarci dal prendere posizione su ciò che accade nella nostra scuola», ha affermato un’altra studentessa. Alcuni dei ragazzi coinvolti hanno già deciso di cambiare scuola per paura di perdere l’anno. «Non vogliamo una scuola che reprime, ma che insegna a confrontarsi» hanno ripetuto.
I danni dell'occupazione
L’occupazione dello scorso novembre, durata undici giorni, ha lasciato danni per 85mila euro, di questi, 60 sono stati calcolati da Città Metropolitana e 25 dalla scuola. «Di questi ultimi ce ne assumiamo la responsabilità», dicono gli studenti. Per questo hanno già risarcito cinque mila euro e si dicono disposti a muoversi per recuperarne altri 11 mila. «Non pagheremo per i nove mila coi quali dovrebbero essere cancellati i graffiti, come quello realizzato in una classe quinta: “Nella notte ci guidano le stelle”, con un ragazzo che viaggia verso la luna», aggiungono. «Sappiamo che ci sono stati danni, ma molti erano già presenti prima», ci tengono a sottolineare.
Il sit-in di solidarietà si è concluso senza tensioni, ma la sensazione è che gli studenti non abbiano intenzione di fermarsi. «Continueremo a farci sentire, perché questa non è solo una punizione, è un messaggio per tutti noi», ha concluso uno degli organizzatori. «Non ci faremo intimidire, vogliamo solo essere ascoltati», ha ribadito una studentessa del terzo anno di liceo.
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