Simonetta Kalfus, deceduta dopo liposuzione. L'Ordine dei Medici di Roma: «Faremo la nostra parte»
Il presidente Magi: «Interventi chirurgici mai banali, necessarie strutture adeguate e tempi più rapidi per le procedure disciplinari»

L’Ordine dei Medici di Roma interviene sul caso di Simonetta Kalfus, deceduta nella Capitale a seguito di una sepsi contratta dopo un intervento di liposuzione. Il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi esprimendo vicinanza alla famiglia della vittima, ha assicurato che l’ente «farà la sua parte», pur sottolineando la complessità delle tempistiche e delle procedure disciplinari.
«Le norme attuali – spiega Magi – prevedono che l’Ordine possa intervenire solo dopo che la magistratura si sia espressa in tutti i gradi di giudizio e, in caso di ricorso, dopo la decisione della Commissione centrale esercenti professioni sanitarie (Cceps), che rappresenta la nostra Cassazione». Tuttavia, il presidente dell’Ordine capitolino evidenzia come proprio la Cceps soffra di un pesante arretrato: «Ci sono circa 900 ricorsi in attesa di decisione a livello nazionale, e i tempi di risoluzione sono estremamente lunghi. Chiediamo maggiore celerità a tutela sia dei cittadini che dei professionisti».
Lentezza nelle procedure disciplinari
Secondo i dati forniti dall’Ordine dei Medici di Roma, attualmente sono aperti «almeno un centinaio di fascicoli disciplinari», l’80 percento dei quali riguarda casi con implicazioni penali. «Dobbiamo attendere la sentenza definitiva e, successivamente, il parere della Cceps prima di poter adottare eventuali provvedimenti disciplinari. Ma nella provincia di Roma questa commissione ha un arretrato di otto anni, un ritardo che ostacola la tempestiva applicazione di eventuali sanzioni», spiega Magi.
Appello per interventi più rapidi e sicuri
Al di là del singolo caso, l’Ordine dei Medici ribadisce l’importanza di affidarsi a strutture adeguate e attrezzate per interventi chirurgici, ricordando che «nessuna operazione è banale» e che è essenziale garantire la sicurezza dei pazienti. «Occorrono procedimenti più rapidi per salvaguardare i cittadini e la professionalità dei medici», conclude Magi.
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