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Anita Armenise

Sicurezza a Termini, parla la campionessa di kickboxing Elena Pantaleo dopo il furto: «Lo sport insegna a gestire certe situazioni»

Elena Pantaleo, campionessa di kickboxing con 3 titoli mondiali, 5 europei e 12 italiani, mercoledì 6 ottobre ha rintracciato il suo bagaglio grazie ad un dispositivo di localizzazione ed è riuscita a recuperare il maltolto, dopo aver chiesto invano ai carabinieri e ai militari di essere aiutata nell'impresa

Elena Pantaleo ai World Combat Games
Elena Pantaleo ai World Combat Games

«Se non avessi saputo difendermi non avrei rincorso il ladro. Per questo ringrazio il mio sport». A parlare a La Capitale di quanto accaduto è Elena Pantaleo, campionessa di kickboxing con 3 titoli mondiali, 5 europei e 12 italiani, e membro del consiglio nazionale Coni, che mercoledì 6 novembre ha rintracciato il suo bagaglio grazie ad un dispositivo di localizzazione ed è riuscita a recuperare il maltolto, dopo aver invano chiesto carabinieri e i militari di essere aiutata nell'impresa.


elena pantaleo

Quale potrebbe essere una soluzione per avere il coraggio e la consapevolezza di fare quello che hai fatto tu?

«Io sono una campionessa di kickboxing quindi il mio rapporto con la gestione della violenza è diverso. Sono stata aggredita in passato e sono stata in grado di difendermi. Per questo ringrazio il mio sport. Ma il rischio è alto e, chiariamoci, non vado in giro a fare la giustiziera della notte. Però so gestire la situazione, banalmente perché conosco la mia forza e so correre veloce e più a lungo degli altri. Non posso che consigliare di fare kickboxing o sport da combattimento per acquisire maggiore confidenza in se stessi».


Consiglieresti di fare corsi di autodifesa, potrebbero aiutare?

«Se non avessi saputo difendermi non avrei rincorso il ladro, per questo vale la pena praticare uno sport del genere. Io nella mia scuola ho fatto corsi, infatti gli istituti potrebbero inserire la possibilità di partecipare a corsi di autodifesa. Questo renderebbe persone più libere di vivere. Anche solo per non aver paura di andare a correre di sera».


È il secondo episodio che ti succede a Roma, la prima volta cosa era successo?

«Io viaggio tanto da sola, la cosa che mi stupisce è che l’unico posto in cui sono stata debutta è Termini, due volte in soli 6 mesi. La prima volta era successa la stessa cosa. Viaggio sempre con zaini piccoli che possono essere imbarcati come bagaglio a mano. Ero al Mc Donald di Termini e lo posai dietro i miei piedi mentre chiacchieravo, e dopo poco non c’era più. Che destrezza!»


Il ruolo delle forze dell’ordine non è stato risolutivo, perché?

«La prima volta la borsa non era localizzata e non potevano aiutarmi. Ma questa volta la borsa era geolocalizzata nei portici di fronte a piazza dei Cinquecento dove tutti sanno che la situazione è fuori controllo. Ma i carabinieri sono partiti verso una destinazione ignota e non hanno voluto prendere il mio telefono, ne me in macchina. Un’azione inutile che è stata fastidiosa. L’esercito so che non si può muovere, ma potevano chiamare un collega che poteva aiutarmi. Per questo credo ci sia da rivedere il concetto di intervento su strada».







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