Si chiamano Romolo e Remo i cuccioli di lupo estinti 12mila anni fa e ora «de-estinti» dalla Colossal Biosciences
- Redazione La Capitale
- 8 apr
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Grazie a fossili recuperati, un dente vecchio 13mila anni e un cranio risalente a 72mila anni fa, gli scienziati hanno ricostruito due genomi completi di lupo terribile, utilizzandoli come base per modificare geneticamente cellule di lupo grigio

Romolo e Remo non sono solo nomi mitologici che si rifanno alla storia della fondazione di Roma e del suo primo re: oggi sono anche i primi esemplari viventi di una specie estinta da oltre 12mila anni, riportata in vita grazie alla biotecnologia. La Colossal Biosciences, un'azienda con sede a Dallas, ha annunciato la nascita dei primi tre cuccioli di lupo terribile (Aenocyon dirus). Un’impresa definita dalla stessa Colossal come «la prima vera de-estinzione al mondo».
I cuccioli, Romolo, Remo e Khaleesi (nata dopo) sono il frutto di un lavoro pionieristico che ha unito DNA antico, clonazione e editing genetico per riscrivere il genoma del lupo grigio, parente più prossimo del lupo terribile, e farlo assomigliare al predatore preistorico. Il risultato? Una specie ibrida, esteticamente indistinguibile dal lupo nero che un tempo dominava le Americhe, ma con un patrimonio genetico per il 99,9% ancora «grigio».
Il lupo che ispirò Westeros
Il lupo terribile, diventato noto al grande pubblico grazie alla serie HBO Game of Thrones, era più grande del lupo grigio moderno, dotato di un cranio più largo, una mascella potente e un folto mantello. I fossili di Aenocyon dirus sono stati ritrovati in tutto il continente americano, dal Canada fino al Venezuela, rendendolo un candidato ideale per gli studi di paleogenomica.
Grazie a fossili recuperati, un dente vecchio 13.000 anni e un cranio risalente a 72.000 anni fa, gli scienziati hanno ricostruito due genomi completi di lupo terribile, utilizzandoli come base per modificare geneticamente cellule di lupo grigio attraverso la tecnologia CRISPR. Sono state apportate 20 modifiche su 14 geni per ricreare le caratteristiche tipiche del lupo estinto: pelliccia chiara, taglia imponente, struttura cranica distinta.
Queste cellule sono state poi clonate e impiantate in madri surrogate canine, in particolare segugi di grossa taglia, portando a tre gravidanze andate a buon fine. Il 1° ottobre 2024 sono nati due maschi, Romolo e Remo, seguiti il 30 gennaio 2025 da Khaleesi, una femmina.
I tre cuccioli vivono in un habitat segreto da 2mila acri, protetto da recinzioni alte 3 metri, personale di sicurezza, droni e telecamere live. La struttura è registrata presso il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense e certificata dall’American Humane Society.
Chi li ha visti racconta di una presenza che, sebbene giovane, incute rispetto: a sei mesi Romolo e Remo pesano già circa 36 chili e misurano quasi 1,2 metri. Sono giocosi tra loro, ma profondamente schivi con gli esseri umani – un comportamento tipico dei lupi selvatici, non dei canidi domestici.
Genetica, filosofia e bioetica
Ben Lamm, cofondatore e CEO di Colossal, ha definito l’impresa come «un’enorme pietra miliare» che dimostra l’efficacia del loro sistema di de-estinzione. L’obiettivo finale? Non solo resuscitare specie perdute, ma usare le stesse tecnologie per aiutare quelle in pericolo critico.
Già oggi, grazie alle tecniche sviluppate per il lupo terribile, Colossal ha prodotto due cucciolate di lupo rosso, una delle specie più a rischio in Nord America. E sulla lista dell’azienda compaiono altri grandi nomi estinti: il mammut lanoso, il dodo e il tilacino.
Tuttavia, il progetto ha anche sollevato importanti dubbi etici. Alcuni esperti, come il filosofo ambientale Christopher Preston, mettono in discussione l’effettivo ruolo ecologico di animali de-estinti. «Abbiamo già difficoltà a mantenere popolazioni di lupi grigi. Immaginare un ritorno del lupo terribile in natura è, al momento, quasi utopico».
Altri, come il professor Robert Klitzman della Columbia University, avvertono dei pericoli insiti nella clonazione: «Ci sono rischi reali di sofferenza per i surrogati, difetti genetici, aborti. Non possiamo ignorarli».
Beth Shapiro, direttrice scientifica di Colossal, vede però in questa tecnologia un atto di responsabilità evolutiva. «Siamo ormai parte integrante del destino delle specie sul pianeta. Dobbiamo usare ciò che sappiamo per cercare di riparare ai danni fatti».
Con oltre 435 milioni di dollari raccolti dal 2021 e una squadra di 130 scienziati, Colossal non mostra segni di rallentamento. Prevede la nascita dei primi vitelli di mammut lanoso entro il 2028. Nel frattempo, il ritorno del lupo terribile rappresenta un passo sismico nel modo in cui l’umanità pensa all’estinzione: non più come fine, ma come possibilità di ritorno