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  • Edoardo Iacolucci

Paolo Villaggio ci lasciava 7 anni fa, ma Fantozzi vive ancora

La Roma di Villaggio e del suo più celebre personaggio il ragionier Ugo Fantozzi, a sette anni dalla scomparsa dell'artista

Il ragionier Ugo Fantozzi prende l'autobus "al volo" sulla Tangenziale Est, 1975
Il ragionier Ugo Fantozzi prende l'autobus "al volo" sulla Tangenziale Est, 1975

«Non l'ho mai fatto, ma l'ho sempre sognato». È una delle più iconiche battute di Paolo Villaggio, nei panni del suo più celebre personaggio, il ragioner Ugo Fantozzi, da lui inventato prima nel suo romanzo e poi recitandolo sul grande schermo.

Il 3 luglio di sette anni fa Paolo Villaggio ci lasciava all'età di 84 anni, rimanendo nel cuore di tutti i suoi spettatori e lettori.


I luoghi della vita romana di Paolo Villaggio

Genovese di nascita, grande amico di De André, l'attore e scrittore si trasferisce nella Capitale all' inizio degli anni Settanta. Inizialmente va a vivere in un appartamento in affitto tra la Moschea e via Giacinta Pezzana. In seguito si trasferisce al quartiere Trieste a pochi passi da villa Ada, nella casa di via Anapo in cui abiterà per quasi tutta la vita.

Qui al quartiere Trieste - vicino di casa dell'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi -, si aggirava quotidianamente con le sue tuniche sahariane, tra i bar e i mercati rionali come quello da lui amato di via Chiana. Nel finire della carriere si trasferisce invece a Vigna Clara.


Fantozzi per Roma

Paolo Villaggio poteva dirsi quindi romano, quantomeno d'adozione. Così come il suo «Fantozzi», girato in quasi ogni sua scena nella Capitale. Dal bar di Villa Balestra, ai Parioli, dove la signorina Silvani confesserà al ragioniere di essere incinta, allo stadio Flaminio, ancora aperto e funzionante (e che adesso potrebbe tornare ad esserlo) dove il ragioniere si ritrova alle prese con un gruppo di hooligans. Dal palazzo palazzo della Regione di via Cristoforo Colombo dove, insieme a l’ufficio delle Finanze sul Grande raccordo anulare, sono gli uffici della "megaditta" in cui Fantozzi è impiegato, fino a Valle Giulia, in cui  viene girata la cena della «Corazzata Potemkin» (nel film ambientato a Odessa, ma che in realtà è la scalinata Bruno Zevi, davanti la Galleria nazionale d'arte moderna). Con la sua macchina poi "sfreccia" nei vari tratti del Lungotevere, dal quartiere Prati, fino alla zona Marconi, dove ha luogo la sentita partita di calcio nel "disastrato campetto di periferia: Scapoli-Ammogliati.

Il complesso del Buon Pastore di via Bravetta, che in «Fantozzi alla riscossa» del 1990, è il carcere dove il protagonista finisce due volte. La piscina di Cinecittà, dov'è girata la scena della gara di canottaggio di «Superfantozzi» del 1985. E ancora, la basilica di San Pietro e Paolo all’Eur, in «Fantozzi in paradiso» del 1993 in cui il ragioniere viene schiacciato da una pala meccanica enorme.


Il carcere di Regina Coeli, a Trastevere, l'amata stazione Ostiense, riproposta in più film. Le case di Ugo Fantozzi tra gli Orti della Farnesina e via di Donna Olimpia 32 e in via Giovanni Battista Bodoni 79, a Testaccio in «Fantozzi contro tutti» del 1980. Stesso stabile in cui è situato «La contea del pane» il forno del panettiere interpretato da Diego Abatantuono di cui si innamora la moglie di Ugo, Pina. Lo stesso edificio si vede anche dall'alto, con una scritta enorme in cielo: «Fantozzi è uno stronzo». Ma sopratutto quella che affaccia sulla Tangenziale Est - lato San Giovanni - dove , dopo aver fatto una colazione fulminea, il ragioniere (noncurante dei consigli della moglie) esce dal piccolo balconcino e realizza il suo sogno: prendere l'autobus al volo. Il resto è storia.

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