«Sempre il perdono, mai la vendetta»: 45 anni fa le Br uccidono Vittorio Bachelet alla Sapienza
Sulle scalinate della facoltà di Scienze Politiche della sapienza Vittorio Bachelet 45 anni fa veniva ucciso dalle Brigate Rosse
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Il 12 febbraio 1980, esattamente 45 anni fa, Roma è scossa dall'ennesimo tragico attentato delle Brigate Rosse. Il professor Vittorio Bachelet, giurista, docente universitario e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, viene assassinato, trucidato, nei corridoi tra facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza dell’università La Sapienza di Roma.
La sua morte in un periodo violenza politica e dal terrorismo che insanguina il Paese è uno degli episodi più dolorosi degli anni di piombo che dopo qualche anno sarebbero terminati.
Un uomo al servizio delle istituzioni e della Chiesa
Nato a Roma nel febbraio 1926, Vittorio Bachelet dedica la sua vita al Diritto, all’insegnamento e all’impegno civile. La sua carriera accademica, avviata poco dopo la laurea in Giurisprudenza nel 1947, lo porta a diventare un autorevole esperto di Diritto amministrativo e pubblico dell’economia. Professore in diverse università italiane, dal 1977 era ordinario di Diritto amministrativo alla Sapienza.
«L'atteggiamento del cristiano di fronte alla vicenda della storia umana deve essere insieme di ascolto e di annuncio, di accoglienza e di superamento»
Accanto alla carriera accademica, è costante il suo impegno nell’Azione Cattolica Italiana. Presidente Generale dal 1964 al 1973, Bachelet si dedica alla riforma dell’associazione, ispirato dai principi del Concilio Vaticano II e dalla necessità di un maggiore coinvolgimento dei laici nella vita ecclesiale e sociale. Il suo stile mite e dialogante, volto a costruire ponti tra il mondo cattolico e la società civile.
L'impegno politico e l'elezione al Csm
«L'impegno politico non è altro che una dimensione del più generale e essenziale impegno a servizio dell'uomo».
Nel 1976 Bachelet viene eletto consigliere comunale a Roma nelle file della Democrazia Cristiana. Nello stesso anno, il Parlamento lo sceglie come vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, con un consenso trasversale che testimoniava la stima di cui godeva in tutto l’arco politico. Il suo operato fu improntato alla difesa dell’indipendenza della magistratura e al rafforzamento delle istituzioni democratiche in un periodo segnato dall’instabilità e dall’attacco del terrorismo.
L'attentato e il dolore di una nazione
Il 12 febbraio 1980, al termine di una lezione alla Sapienza, Vittorio Bachelet viene brutalmente assassinato da un commando delle Brigate Rosse. Gli assassini sparano sette colpi di pistola sul mezzanino della scalinata della facoltà, mentre conversa con la sua assistente Rosy Bindi. Un attacco all'uomo, ma di più, all'intera istituzione di cui è emblema.
I funerali, nella chiesa di San Roberto Bellarmino, ai Parioli, sono un momento di grande commozione per il Paese, con le toccanti parole del figlio Giovanni, durante la preghiera:
«Preghiamo per il nostro presidente Sandro Pertini, per Francesco Cossiga, per i nostri governanti, per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità della società, nel parlamento, nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e con amore. Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri».
L'eredità di Vittorio Bachelet
A 45 anni dalla sua morte, il ricordo di Vittorio Bachelet rimane vivo nella sua università, con una targa che ogni studente vede passando per quell'angolo fatale.
«È necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente alla giustizia. In particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza...»
scriveva Bachelet. Il miglior modo per onorarne la memoria è continuare questa missione, di una società fondata su valori di libertà, giustizia e partecipazione.
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