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Camilla Palladino

Scritte omofobe sulla sede del circolo Mario Mieli, Colamarino: «Attacco mirato e violento»

La rampa esterna dell'edificio è stata deturpata con scritte omofobe: nello specifico la parola «froci», ripetuta due volte e scritta a lettere maiuscole

Le scritte omofobe comparse sulla rampa della sede del circolo Mario Mieli (Instagram)
Le scritte omofobe comparse sulla rampa della sede del circolo Mario Mieli (Instagram)

Vandalizzata la sede del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli in via Efeso, zona San Paolo. Durante la notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 novembre la rampa esterna dell'edificio è stata deturpata con scritte omofobe: nello specifico la parola «froci», ripetuta due volte e scritta a lettere maiuscole.


Un attacco mirato e violento

A darne notizia è lo stesso presidente del circolo, Mario Colamarino, che sui canali social dell'istituzione culturale ha fatto sapere: «Quanto accaduto è un attacco mirato e violento contro la nostra comunità. Quelle lettere, rappresentano un linguaggio di odio che ha un obiettivo preciso: intimidirci, isolarci e privarci di uno spazio sicuro. Ma non si tratta solo di vandalismo: questo è il risultato di un clima culturale e politico che rende legittima l'aggressione».


Colamarino: «Atto che nasce dalla percezione di impunità»

«Colpire un'istituzione culturale, un luogo di supporto e di lotta come il nostro - commenta Colamarino - è un atto che nasce dalla percezione di impunità. Quando si sentono liberi di farlo, è perché credono, a ragione, che le istituzioni e il governo non si scandalizzeranno, che la società volterà lo sguardo. Questo clima è il prodotto di ideologie fasciste, che non solo permettono ma endorsano la violenza».


Il circolo Mario Mieli non si lascia intimidire

Per questo il circolo Mario Mieli ci tiene a ribadire che non si lascerà intimidire. «Trasformeremo questa ferita in una nuova occasione per rivendicare il nostro diritto a esistere, resistere e amare», conclude Colamarino rivolgendo poi un appello alle istituzioni, alla società civile e ai media «affinché non restino indifferenti».

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