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Scommesse calcio, talpa in questura a Roma al centro delle indagini: svelava i dettagli dell'inchiesta

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono una dozzina i giocatori di serie A e altri meno noti sono finiti al centro di una indagine che riguarda fatti che si sono svolti tra dicembre 2021 e ottobre 2023

questura di roma

Nuovi dettagli emergono dall’inchiesta sul giro di scommesse illegali che coinvolge numerosi calciatori, con una pista che, da Milano a Torino, porta dritta a Roma. Secondo quanto emerso dalle chat agli atti dell’indagine, ci sarebbe stata una talpa all’interno della questura di Roma, in grado di fornire informazioni riservate riguardanti l’inchiesta e alcuni degli indagati.


Sono una dozzina i giocatori di serie A e altri meno noti sono finiti al centro di una indagine che riguarda fatti che si sono svolti tra dicembre 2021 e ottobre 2023, e non solo intorno al calcioscommesse, ma anche al gioco d'azzardo su piattaforme illegali.


L'intercettazione e la questura romana

A parlarne in una conversazione del 29 aprile 2023 è Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina, che si confronta in chat con Tommaso De Giacomo, uno degli indagati per cui la procura ha chiesto gli arresti domiciliari.


Fagioli racconta di aver incontrato una persona, identificata con le iniziali A.D., che avrebbe riferito di avere un amico all’interno della Questura romana. Quest’ultimo, stando al racconto, avrebbe anticipato dettagli riguardanti proprio Fagioli, il mondo delle scommesse clandestine, la vendita di orologi e la gioielleria Elysium, già emersa come fulcro di una rete opaca di rapporti e interessi. Il sistema delle scommesse si appoggiava infatti ad una gioielleria milanese: per ripagare i debiti, i calciatori simulavano l’acquisto di orologi e gioielli di lusso, facendo bonifici bancari a copertura delle perdite al gioco.


Nel corso della conversazione, i due interlocutori mostrano evidenti segni di preoccupazione. De Giacomo, riferendosi ai “ragazzi di Elysium”, afferma: «Se viene fuori bordello questi sanno tutti i cazzi tuoi e miei. Se hanno problemi loro... li abbiamo tutti, proprio perché se c’è qualche cosa, è partito dai bordelli nostri, non sicuramente dai loro». Un’ammissione che, nelle annotazioni della guardia di Finanza, viene interpretata come il segnale di un timore reale per le possibili conseguenze legali.


Il giorno successivo, i due tornano sull’argomento, ipotizzando strategie difensive da adottare nel caso in cui venissero convocati a chiarire la loro posizione dagli inquirenti.


Il presunto informatore romano non sarebbe l’unico. Un altro “aggancio” simile è stato segnalato anche a Torino, dove un soggetto, ancora non identificato, avrebbe proposto al calciatore Sandro Tonali l’uso di schede telefoniche intestate a cittadini stranieri per eludere le indagini. Nella stessa conversazione, si fa riferimento a un aggancio in questura che avrebbe fornito rassicurazioni sullo stato dell’inchiesta. Ma quell’informazione si è poi rivelata infondata.


L’ipotesi di talpe, se confermata, si tratterebbe di un elemento capace di compromettere l’integrità delle indagini e di alimentare ulteriormente il sospetto che la rete di protezione attorno agli ambienti delle scommesse illegali fosse ben più estesa di quanto inizialmente ipotizzato.


 
 
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