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Redazione La Capitale

Sciopero degli operatori della sanità privata, Ugl: «Proseguiamo la lotta al loro fianco» [VIDEO]

Oggi, sotto il ministero della Salute, si è svolto lo sciopero dei lavoratori della sanità privata che hanno protestato per il rinnovo contrattuale

Manifestazione sotto il ministero della Salute (La Capitale)
Manifestazione sotto il ministero della Salute (La Capitale)

Oggi, lunedì 23 settembre, è stato indetto uno sciopero dei lavoratori della sanità privata che protestano per il rinnovo contrattuale. I cortei e presidi in tutta Italia sono partiti dalle ore 10, a Roma l'appuntamento si è svolto sotto il ministero della Salute. 


«Abbiamo portato la protesta degli operatori della sanità privata e del socio assistenziale a cui si applicano i contratti collettivi nazionali di lavoro Aiop Aris e Aiop e Aris Rsa di fronte alla Regione Lazio nel giorno dello sciopero nazionale per il mancato rinnovo dei loro accordi» dichiarano in una nota congiunta Paolo Capone, segretario generale della Ugl e Gianluca Giuliano, segretario nazionale della Ugl Salute presenti alla manifestazione.


«Lavoratori di serie B con stipendi da fame»

«È inaccettabile che, da troppi anni, questa grande schiera di professionisti si trovi senza contratto. Sono gli stessi che hanno guadagnato le pagine dei giornali sentendosi chiamare eroi. Oggi rischiano di essere dei dimenticati, dei lavoratori di serie B con stipendi da fame e condizioni lavorative il più delle volte molto critiche. Il tavolo di trattativa da parte delle associazioni datoriali non è stato ancora avviato.


I sindacalisti: «Proseguiamo la lotta al loro fianco»

Il tempo passa, il costo della vita mette sempre più in difficoltà le famiglie e a questi operatori viene negata la dignità di un nuovo contratto con adeguamenti economici al passo con i tempi. La sottoscrizione di due accordi ponte, che avrebbero dovuto portare all’elaborazione di un contratto unico del settore sociosanitario, è stata disattesa. Non si può più aspettare. È ora di rinnovare i ccnl e che le istituzioni facciano la loro parte trattandosi di strutture accreditate che utilizzano soldi pubblici. Siamo pronti a proseguire la lotta al loro fianco con tutti i mezzi a nostra disposizione, fino a quando non avremo sostanziali novità, per dare a questi oltre duecentomila lavoratori un nuovo accordo dignitoso nel nome della giustizia sociale» concludono i sindacalisti.



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