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Redazione La Capitale

Sapienza, studenti del collettivo «Cambiare Rotta» occupano il tetto della facoltà di Lettere

Gli studenti del collettivo «Cambiare Rotta» occupano il tetto della facoltà di Lettere alla Sapienza, protesta contro il governo Meloni e la ministra Bernini

Studenti occupano il tetto della facoltà di lettere
Studenti occupano il tetto della facoltà di lettere

Oggi gli studenti del collettivo «Cambiare Rotta» hanno occupato il tetto della facoltà di Lettere dell'Università La Sapienza, dando avvio a una nuova protesta contro le politiche del governo Meloni e in particolare contro la gestione dell'università e la guerra in Palestina. Con un comunicato ufficiale, il collettivo ha dichiarato di unirsi al «clima crescente di mobilitazione in tutto il Paese», seguendo l'esempio delle scuole romane che nelle ultime settimane hanno aderito a iniziative simili per esprimere il loro dissenso.


Gli studenti hanno denunciato una serie di politiche che, a loro avviso, stanno danneggiando la formazione e il futuro della generazione più giovane. Tra i punti al centro della protesta, la critica alle politiche del governo in materia di educazione, ai tagli ai fondi universitari, alla riforma proposta dalla ministra dell'Università Anna Maria Bernini, e la posizione del governo italiano rispetto al conflitto israelo-palestinese.


Le motivazioni dell'occupazione

In un comunicato diffuso tramite i social, il collettivo ha accusato la ministra Bernini di «mentire agli studenti di tutta Italia». Secondo gli attivisti, la promessa della ministra di non applicare tagli alle università è stata smentita dalla realtà: «Mancano 700 milioni di euro al FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) rispetto all’anno scorso, mentre le università italiane sono in difficoltà e necessitano urgentemente di fondi per l’edilizia e la manutenzione», hanno scritto gli studenti, lamentando anche la possibile chiusura di corsi giudicati «poco produttivi». Inoltre, hanno sottolineato come il governo, pur dichiarando di combattere la precarietà, stia di fatto smantellando i contratti nella ricerca accademica e militarizzando gli atenei.


Il collettivo ha anche espresso una ferma condanna per la posizione del governo italiano riguardo alla guerra in Palestina, accusando la ministra Bernini di essere «complice del genocidio» e di appoggiare l’escalation del conflitto. «Sostiene la libertà, ma militarizza gli atenei», hanno dichiarato, criticando l’integrazione delle università con l’industria bellica e le politiche di repressione delle mobilitazioni studentesche.


Azioni simboliche e messaggi contro la guerra

Oltre all'occupazione del tetto, gli studenti hanno srotolato uno striscione sulla facciata dell'ateneo con la scritta: «Contro guerra, tagli e riforma Bernini». Davanti all'ingresso della facoltà è stata anche posizionata una sagoma di un asino, con la scritta «ministra Bernini», un atto simbolico che intendeva criticare la gestione delle politiche universitarie da parte della ministra.


Prossimi passi della mobilitazione

Nel comunicato, «Cambiare Rotta» ha anche annunciato che questa sera, alle 18, si terrà un'assemblea aperta a tutti gli studenti, per discutere le modalità di intensificazione della protesta. Inoltre, il collettivo ha invitato a partecipare al corteo nazionale di sabato prossimo in solidarietà con la Palestina e contro la complicità del governo italiano con Israele.


«Il sistema universitario italiano continua a sprofondare sotto i colpi dei tagli, dell’aziendalizzazione e dell’integrazione con l’industria bellica», hanno scritto gli studenti, facendo appello a tutte le università italiane per unire le forze e alzare la voce contro il governo e le sue politiche. Oltre alla mobilitazione contro la guerra e i tagli, il collettivo ha anche annunciato il sostegno alla lotta contro il ddl 1660, la riforma del governo che prevede l’autonomia differenziata delle regioni, e ha espresso pieno supporto per gli scioperi che stanno attraversando diversi settori, con l'obiettivo di arrivare a uno sciopero generale previsto per il 13 dicembre.


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