Sanità Lazio, Giuliano (Ugl): «Il silenzio della Regione mette a rischio i barellieri. Pronti a scendere in piazza»
La Ugl denuncia il licenziamento di 17 barellieri nelle province di Latina e Frosinone e chiede un incontro urgente con la Regione per tutelare i lavoratori del settore emergenza urgenza
Il segretario nazionale della Ugl Salute, Gianluca Giuliano, non usa mezzi termini per criticare il comportamento della Regione Lazio in merito alla situazione dei barellieri nell’ambito del sistema di emergenza urgenza privata. In una nota congiunta con i segretari provinciali del Lazio, Giuliano denuncia un «silenzio colpevole» da parte delle istituzioni, che potrebbe costare caro agli operatori del settore, in particolare a coloro che si occupano di soccorso a bordo delle ambulanze.
Un futuro incerto per i barellieri
Secondo la Ugl la Regione Lazio sta mostrando un atteggiamento di «indifferenza» verso la difficile situazione che stanno vivendo i barellieri, operatori sanitari fondamentali per il corretto funzionamento del sistema di emergenza urgenza, ma che rischiano di essere progressivamente «spazzati via» dal settore privato, come denuncia Giuliano.
La preoccupazione principale riguarda la crescente crisi occupazionale che sta colpendo questa figura professionale, con molti lavoratori a rischio licenziamento. Un esempio di questa situazione è la procedura di licenziamento aperta dalla Società San Paolo della Croce, che ha annunciato il licenziamento di ben 17 barellieri nelle province di Latina e Frosinone. Giuliano teme che questa possa essere solo la prima di una lunga serie di procedure simili, con gravi ripercussioni sul personale impiegato nel servizio di emergenza.
La crisi occupazionale e il rischio di insufficienza di personale
«Con il Giubileo alle porte, non ci sono motivi validi per ridurre il numero di operatori sanitari in servizio, soprattutto in un periodo in cui l’afflusso di pellegrini e turisti sarà sicuramente elevato», afferma Giuliano. La figura del barelliere è, infatti, cruciale per garantire la sicurezza e la rapidità degli interventi di soccorso, soprattutto nei casi complessi che richiedono l’intervento tempestivo di più mezzi.
Il rischio, secondo il segretario della Ugl Salute, è che la riduzione del personale sulle ambulanze possa compromettere la capacità di risposta del sistema sanitario, obbligando all’intervento di un ulteriore mezzo di soccorso, con il conseguente «sottrarre risorse al servizio», aumentando così il rischio di inefficienze e ritardi nelle operazioni di soccorso.
L’appello della Ugl: tutela dei diritti dei lavoratori
Giuliano non nasconde la propria preoccupazione e rilancia la necessità di un confronto urgente con la Regione Lazio, per evitare che la crisi si acutizzi ulteriormente. «Non possiamo permettere che questi lavoratori, che svolgono un compito fondamentale per la sicurezza e la salute dei cittadini, vengano abbandonati», sottolinea il segretario della Ugl, che ha annunciato una nuova mobilitazione in difesa degli operatori del settore. «Siamo pronti a scendere di nuovo in piazza per difendere i diritti di chi lavora ogni giorno per il bene della collettività».
L’appello della Ugl Salute è chiaro: la Regione Lazio deve ascoltare le istanze degli operatori sanitari e intervenire tempestivamente per evitare il collasso del sistema di emergenza urgenza privato. I lavoratori, infatti, chiedono un riconoscimento del loro ruolo fondamentale, a fronte di una crescente precarietà lavorativa e di una insufficienza di personale che rischia di compromettere la qualità e l’efficacia dei servizi sanitari, soprattutto in un momento così delicato come quello del Giubileo.
Un impegno per la giustizia sociale
La Ugl Salute ribadisce di essere al fianco dei lavoratori più deboli e di lottare per garantire loro una giustizia sociale che, secondo Giuliano, sembra mancare da parte di troppi soggetti istituzionali. «Non possiamo restare in silenzio di fronte a questa ingiustizia - conclude il segretario - continueremo a lottare per la tutela di questi lavoratori, che non sono solo numeri, ma persone che ogni giorno rischiano la propria vita per il bene della collettività».
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