Parco Edoardo Valentini a San Paolo: «Uno scempio nel cuore di Roma»
Aggiornamento: 17 set
Degrado nel parco Edoardo Valentini, situato tra via Galba e via Giustiniano Imperatore. La gestione dell'area verde spetterebbe ai “Pup”, Piano Urbano Parcheggi, che si trovano nei pressi del parco
Una montagna di bottiglie di birra abbandonate, gli arredi devastati, la brutta frequentazione, la paura di passarci e di inciampare su qualche vetro. Il parco Edoardo Valentini in zona San Paolo, inaugurato nel 2019 dall'ex sindaca Virginia Raggi, è uno scempio nel cuore di Roma. Ridotto a discarica e teatro di episodi violenti.
Oggi La Capitale si è recata sul posto per capire la situazione e sentire le testimonianze dei cittadini.
«È uno scempio, un vero degrado», affermano i residenti di via Costantino, che abitano alle spalle del parco e si affacciano quotidianamente sul deterioramento che da sempre contraddistingue questa area verde. «È sempre stato così - continuano -, anche il nostro amministratore di condominio ha più volte fatto i reclami. L'erba cresce e diventa secca, è partito pure un incendio una volta».
C'è parecchia confusione e non è chiaro ai cittadini a chi spetta ripristinare la situazione di questo parco.
Claudio Mannarino, assessore alle Politiche Ambientali, Gestione Rifiuti, Tutela e Promozione del Tevere e dell'Almone, ci ha spiegato la storia del parco Edoardo Valentini.
La verità sul parco
«Sono stati realizzati inizialmente i parcheggi, i cosiddetti “Pup” (Piano Urbano Parcheggi) e come opera a scomputo è stato realizzato poi il giardino sopra, quindi la competenza e la gestione è dei proprietari dei parcheggi. Per passare come proprietà del Comune devono essere fatti i lavori di ripristino da parte dei condomini (i Pup, ndr). Dovrebbero rimettere le panchine, le alberature, l'impianto di irrigazione...».
«Anche se è scaduto il tempo di convenzione dei proprietari - spiega Mannarino -, fino a quando non viene rispettata questa procedura del ripristino, la gestione rimane in carico a loro. Il problema - conclude - è che questa situazione può andare avanti fino all'infinito se loro non aggiustano il tiro e non permettono di avviare le procedure per il passaggio di competenze».
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