top of page
Progetto senza titolo-31.png

«Salviamo i laghi dei Castelli», le associazioni tornano al lago Albano

Giacomo Zito

La giornata è nata con l'obiettivo di ottenere un intervento risolutivo delle amministrazioni locali contro lo sfruttamento dei laghi, il consumo di suolo e lo sfruttamento delle falde acquifere


lago albano iniziativa
Fonte: Comunità Laudato Si' Castelli Romani (Facebook)

Vengono dai Castelli Romani, ma non solo, e da diversi mesi manifestano per la salvaguardia del lago Albano e quello di Nemi, a rischio siccità per l'opera antropica. Sono circa 52 associazioni e nella giornata di domenica 2 febbraio sono tornate sulle sponde dello specchio d'acqua a Castel Gandolfo in una manifestazione organizzata dal Coordinamento di tutela della natura e del territorio dei Castelli Romani.


La giornata è nata con l'obiettivo di ottenere un intervento risolutivo delle amministrazioni locali contro lo sfruttamento dei laghi, il consumo di suolo e lo sfruttamento delle falde acquifere. Con loro, in una battaglia congiunta, il Coordinamento contro la costruzione dell’inceneritore di Santa Palomba e l’ Associazione ” #Perlefuturegenerazioni “.


La lunga serie di iniziative delle associazioni


Quella di domenica è stata l'ultima di una lunga serie di iniziative che diverse associazioni portano avanti da mesi per sensibilizzare l'opinione pubblica e le amministrazioni. Tra gli incontri in vista della giornata di protesta quello del Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani, raccolto in un seminario tecnico che illustrasse le criticità del piano dell’Autorità di Bacino.


Il comitato #perlefuturegenerazioni, invece, è arrivato a presentare un esposto alla magistratura sulla situazione dei laghi chiedendo il sequestro preventivo degli impianti di captazione dell’acqua.


Sono invece ormai diversi mesi che vanno avanti le «secchiate» in difesa dei laghi, ovvero le giornate di sensibilizzazione promosse inizialmente dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani e Italia nostra per riempire, ovviamente in maniera provocatoria, gli specchi d'acqua dei Castelli.


La situazione dei laghi


I laghi Albano e Nemi stanno vivendo da ormai due un forte svuotamento delle loro riserve idriche, in gran parte dovuto dalla volontà di Acea di usare il bacino idrico per dissetare 10 Comuni dei Castelli Romani. Particolarmente grave è la situazione del lago Albano, che in due anni avrebbe perso, secondo i dati raccolti dalle associazioni, circa 73 centimetri in due anni.


Non serve però essere scienziati per notare quello che i dati confermano. Le sponde del lago avanzano ormai da tempo ogni giorno di più. Sono le stesse foto degli avventori a testimoniarlo. La gioia per i bagnanti è quella di avere maggiore spazio per prendere il sole d'estate, il rischio è che però il lago non possa riprendersi più.


In un periodo di forte urbanizzazione dei Castelli romani, quella di prelevare le acque dal bacino idrico del lago Albano è stata optata come soluzione per una comunità in aumento ma da tempo in crisi idrica. Nel mirino delle associazioni, però, non c'è solo Acea. I prelievi incontrollati sono un elemento che alimenta questo fenomeno, così come il consumo intensivo del suolo e la cementificazione con materiali impermeabili.


La risposta delle amministrazioni


Durante la manifestazione a Castel Gandolfo si è reso noto che nel mese scorso si sono incontrati i sindaci di Nemi e Castel Gandolfo con rappresentanti della Regione, della Città Metropolitana e dell’autorità di bacino e dei laghi. Insieme è stato sottoscritto un primo programma di incontri per stabilire una strategia d'azione.


Nulla, però, al momento sembra presagire un cambio di rotta decisivo che permetta una ripresa del livello delle acque, né per Nemi, né per Albano. Il tutto mentre l'estate è ancora lontana.

Comments


Commenting has been turned off.
bottom of page