Rose bianche, palloncini e striscioni. A Terni l'ultimo saluto a Ilaria Sula
- Anita Armenise e Rebecca Manganaro
- 6 ore fa
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Un corteo silenzioso, tra applausi e striscioni: «Un mio no non può essere una condanna». Migliaia di persone unite nel dolore e nella richiesta di giustizia

Un lungo fiume silenzioso, punteggiato di palloncini rossi e bianchi, ha attraversato oggi viale dello Stadio. Centinaia di persone, moltissimi giovani, si sono stretti attorno alla famiglia di Ilaria Sula per l’ultimo saluto. Il corteo funebre è partito alle 14 dall'abitazione della ragazza, accompagnando il feretro verso il cimitero comunale, distante circa un chilometro.
In testa al corteo, i familiari di Ilaria camminavano a passo lento, circondati da amici, conoscenti e rappresentanti delle istituzioni. Tra loro, la rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, dove Ilaria studiava, il sindaco e il vicesindaco di Terni, Stefano Bandecchi e Riccardo Corridore, il prefetto Antonietta Orlando e la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi.
Un applauso ha rotto il silenzio al momento dell’uscita della bara dalla casa di famiglia. Sopra al feretro, un cuscino di rose bianche, le stesse rose che molti presenti stringevano con delicatezza. Palloncini rossi e bianchi ondeggiavano nell’aria, mentre una ragazza sollevava alta una foto di Ilaria sorridente. Tra la folla spiccavano diversi striscioni, uno di questi recitava: «Un mio no non può essere una condanna».
Alle 15, davanti al cimitero, la comunità islamica di Terni ha guidato una breve preghiera. «Nessuno di noi può immaginare il dolore dei genitori di questa giovanissima ragazza che ha trovato sulla sua strada un diavolo, un uomo indegno di essere chiamato tale. Siamo qui a salutarla per l’ultima volta con un’enorme tristezza e con la certezza che oggi non sarebbe dovuto essere questo il suo destino. Ringrazio di cuore la comunità musulmana e albanese per la vicinanza e la forza dimostrata» ha detto il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi. Dalle file del corteo si è levato più volte il grido «ergastolo», a chiedere giustizia per Ilaria, uccisa dall'ex fidanzato Mark Samson.
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