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Camilla Palladino

Roma Pride, Colamarino: "Sarà una delle edizioni più strepitose"

Aggiornamento: 4 giu

Stasera, sabato 1 giugno, l'inaugurazione della Pride Crosette. Taglio del nastro con il sindaco Roberto Gualtieri e Patty Pravo


Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride e presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.
Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride e presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.

«Ci sono tutti i numeri per creare una delle edizioni più strepitose del Pride di Roma». È questo l'augurio che si fa Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride e presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, a 24 ore dall'inaugurazione della Pride Croisette, il villaggio alle Terme di Caracalla che per due settimane ospiterà spettacoli e dibattiti in attesa dell'annuale parata del 15 giugno. Quest'anno la manifestazione compie 30 anni e, tra il mancato patrocinio della Regione Lazio e le parole offensive nei confronti delle persone omosessuali usate recentemente da papa Francesco, la comunità LGBTQIA+ e i suoi sostenitori si preparano a scendere in piazza.


Oggi si inaugura la Pride Croisette. Quali saranno gli appuntamenti più importanti?

«Oggi finalmente apriamo la Pride Croisette che darà inizio alle due settimane che ci porteranno alla parata del 15 giugno, quando Roma si tingerà di arcobaleno. Alle Terme di Caracalla, nel cuore della Capitale, avremo modo di parlare di noi, di affrontare tanti temi, e di avere diversi ospiti. Stasera alle 21:30 taglieremo il nastro con il sindaco Gualtieri, che è con noi per la seconda volta alla Pride Croisette. Ormai da anni viene alla parata e questo è un gran segnale per la città. Devo dire che Roma Capitale quest'anno, oltre a mettere in campo un sostegno che non è mai mancato, ci sta aiutando con le affissioni, fornendoci anche spazi digitali in cui promuovere i nostri manifesti e le nostre campagne. L'amministrazione c'è ed è molto vicina al nostro Pride. Con noi ci sarà anche Patty Pravo, un'icona della comunità LGBT, le sue canzoni fanno storia. Anche lei taglierà il nastro e dovrebbe regalarci qualche canzone, quindi probabilmente canterà insieme a noi. Il villaggio ha due palchi: uno più grande per spettacoli ed eventi, l'altro più piccolo per i dibattiti. Abbiamo un'attenzione importante verso il tema dell'accessibilità, vista la nostra partnership con il Disability Pride Network. Quest'anno celebriamo i 30 anni del Roma Pride, quindi ci saranno tante cose che rimanderanno a questo anniversario speciale».


Ci può anticipare qualcosa?

«Ci sarà una passerella con le storie dei vari Pride e avremo ospiti importanti nel corso di queste due settimane. A partire dal mondo della politica, con Elly Schlein il 2 giugno, Riccardo Magi e Nicola Fratoianni, Maurizio Landini della Cgil il 4 giugno. Stiamo ancora aspettando una risposta dai cinquestelle, spero che alla fine Giuseppe Conte ci dica di sì, ma per il momento non ha confermato la sua presenza. Ci saranno anche le famiglie arcobaleno e diversi spettacoli. Il programma è tuttora in aggiornamento perché ci saranno delle sorprese che riveleremo in corso d'opera».


Quest'anno la madrina sarà Annalisa. Come viene fatta la scelta ogni anno?

«Annalisa è un nome a cui da tempo pensavamo. Ci era venuta in mente anche l'anno scorso, ma avevamo già chiuso l'accordo con Paola e Chiara, anche loro icone perenni della nostra comunità. Ci è sempre sembrata una cantante molto attenta al tema dei diritti civili, amica della comunità, molti la amano. Lei, con le sue canzoni, ci è sembrata la persona giusta. Quando ci siamo sentiti, lei ha dato la sua disponibilità, quindi da lì abbiamo iniziato a costruire il progetto di Annalisa come madrina. Sarà con noi già da qualche giorno prima, faremo una cena insieme e poi una conferenza stampa il 14 giugno all'hotel W Rome alle 11 di mattina. Sarà con noi su uno dei carri e durante la parata canterà le sue canzoni. E la sera sarà con noi a Rock in Roma per il party ufficiale del Pride».


Essere la madrina del Pride è anche una responsabilità, come la sta vivendo Annalisa?

«Siamo contenti che personaggi del mondo dello spettacolo così noti al grande pubblico vogliano appoggiare le nostre battaglie. È chiaro che nessuno chiede ad Annalisa di essere un'attivista o di essere in prima linea come persona impegnata, l'importante è che anche grazie a lei riusciremo a portare il nostro messaggio a quante più persone possibile. Negli ultimi anni queste collaborazioni si sono dimostrate vincenti: sia l'anno scorso che quello prima, con Elodie, abbiamo avuto numeri record. Nel 2023 sono venute quasi un milione di persone, quest'anno per il 30esimo anniversario spero sia uguale la partecipazione. Anzi, dai miei feedback credo che ci siano delle ottime basi per fare ancora di più. Anche la Pride Croisette è il doppio dell'anno scorso e, ancora non abbiamo chiuso le iscrizioni, ma già siamo sopra ai 35 carri che sfileranno per Roma. Ci sono tutti i numeri per creare una delle edizioni più strepitose del Pride di Roma».


L'anno scorso la Regione Lazio, guidata da Francesco Rocca di FdI, ha revocato il patrocinio alla manifestazione. Quest'anno?

«La Regione Lazio anche quest'anno non ci darà il patrocinio. Il presidente Rocca inizialmente era stato vago, poi ha confermato che non ce lo darà perché vogliamo la Gpa (gestazione per altri, ndr). Ne faremo a meno. In ogni caso tutto sarà incerto fino all'ultimo giorno, perché l'attenzione sale e magari ci saranno delle sorprese, tre le elezioni europee e il G7».


Com'è cambiato il Pride nel corso di questi 30 anni?

«Sono cambiate tutte le carte in tavola. Oggi il Pride di Roma è il più grande d'Italia e porta in piazza milioni di persone. E intorno al Pride ormai gira un mondo: gli sponsor, le grandi aziende, le media partnership, gli eventi... Un vero e proprio universo che si muove e che ha tanti alleati nelle istituzioni, nei brand, nelle aziende, nelle ambasciate. Credo ci sia la necessità di crescere anche di più e di riportare a Roma i grandi eventi, anche internazionali, come per esempio l'Euro Pride o il World Pride».


Qual è stato il Pride più partecipato a Roma?

«Roma ha avuto due Pride internazionali, che hanno registrato più presenze: il World Pride del 2000 e l'Euro Pride del 2011. Se parliamo solo del Roma Pride, quello dell'anno scorso è stato il più partecipato in quasi 15 anni, con circa un milione di presenze».


Ultimamente papa Francesco ha fatto parlare di sé per aver usato un termine offensivo nei confronti della comunità gay. Crede che si possa collegare anche alla presenza di un governo di estrema destra nel nostro Paese?

«Questo governo e in generale la destra in Italia ormai da anni ha sdoganato un linguaggio aggressivo e volgare nei confronti della comunità gay. Siamo nel medioevo dei diritti: attaccano le famiglie arcobaleno, la comunità trans, tutti noi, e lo fanno senza vergogna. E a questo clima di intolleranza e di attacco nei nostri confronti non è immune neanche la Chiesa. Dicendo quelle parole, papa Francesco ha rivelato un volto del Vaticano. Non so se è quello vero o no, ma sicuramente molti sono rimasti sorpresi viste le aperture che lui aveva fatto negli ultimi periodi. Al di là di questo, la Chiesa fa la Chiesa, la cosa preoccupante è che troppe volte le istituzioni in Italia si preoccupano di cosa la Chiesa dica. In realtà l'Italia sarebbe uno Stato laico. Mi preoccupa molto perché ora, con le europee, c'è il rischio che questo clima peggiori».


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