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Roma onora oppositori del fascismo e partigiani con nuove Pietre d'inciampo: oggi le prime pose

Redazione La Capitale

L’itinerario dell’associazione Arteinmemoria proseguirà con altre cerimonie nel I municipio all’interno e all’esterno del quartiere ebraico, e toccherà i municipi II, III, V, VII, VIII e XV

pietre d'inciampo

Ebrei, oppositori del fascismo e attivisti per la libertà. Da oggi, lunedì 13 gennaio, fino al 12 febbraio, l’associazione «Arte in memoria», guidata da Adachiara Zevi, promuove un’iniziativa significativa per rendere omaggio alle vittime dell’occupazione nazista a Roma. Attraverso l’installazione delle Pietre d’inciampo, l’obiettivo è preservare il ricordo di chi ha subito le atrocità del passato, dando voce a storie spesso trascurate, e sensibilizzare la collettività sugli eventi tragici della storia.


Pietre d'inciampo, le 25 nuove collocazioni prendono il via oggi

Il progetto prevede la collocazione di 25 nuove Pietre d’inciampo. Queste opere commemorative, ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig, somigliano ai sampietrini e vengono incastonate nei marciapiedi. Ciascuna Pietra porta inciso il nome di una vittima della deportazione nazifascista, insieme alle date del suo arresto e della sua morte.


L’iniziativa, che coinvolge ebrei, partigiani e altri perseguitati, vuole ricordare coloro che persero la vita nei campi di concentramento o che caddero combattendo contro il fascismo. Questa mattina, alle 9, si svolgerà la cerimonia di apertura in via della Reginella 10, dove verrà collocata una pietra in memoria di Fortunata Sciunnach, deportata il 16 ottobre 1943. Subito dopo, al civico 19 della stessa via, un’altra pietra sarà dedicata a Rubino Della Rocca, padre del futuro rabbino Vittorio Haim Della Rocca, noto nella comunità ebraica romana come «il Morè».


«Uno sforzo collettivo di cittadinanza attiva»

L’itinerario dell’associazione Arteinmemoria proseguirà con altre cerimonie nel I municipio (all’interno e all’esterno del quartiere ebraico), e toccherà i municipi II, III, V, VII, VIII e XV.

«A quindici anni dal primo evento, il nostro progetto è ancora pieno di vitalità», afferma Adachiara Zevi. «Lo dimostra soprattutto l’interesse delle scuole, che sono sempre state il nostro punto di forza. In un periodo complesso per la trasmissione della memoria, questo coinvolgimento è un segnale positivo». Secondo Zevi, il progetto riesce a mobilitare molte risorse, tra cui scuole, famiglie, istituzioni e municipi. «È uno sforzo collettivo di memoria attiva, preparato durante tutto l’anno con il diretto coinvolgimento dei giovani».


Questo impegno è supportato da un intenso lavoro didattico e formativo: «Quando gli insegnanti sono ben preparati e seguiti, i risultati non tardano ad arrivare». Le pietre saranno collocate dallo stesso artista, Gunter Demnig, che da trent’anni porta avanti questo progetto in tutta Europa. La prima pietra fu posata a Colonia, nel 1995, in ricordo dei rom e sinti uccisi ad Auschwitz-Birkenau. Da allora, oltre 100mila Stolpersteine sono state installate in strade e piazze del continente europeo.



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