Roma, il weekend decisivo: i Friedkin a Trigoria per valutare Juric e il futuro della squadra
La visita dei proprietari americani arriva in un momento cruciale della stagione. Tra risultati deludenti e voci su un possibile cambio di panchina, il futuro di Ivan Juric è più incerto che mai
I proprietari della Roma, Dan e Ryan Friedkin, sono attesi nella Capitale nel corso del weekend. La loro visita servirà a fare il punto della situazione sulle reali condizioni del gruppo e dello spogliatoio, nonché a prendere una decisione cruciale riguardo al futuro di Ivan Juric, l'allenatore attualmente alla guida del club.
L'arrivo dei Friedkin è previsto in un momento decisivo della stagione, in cui la squadra sta cercando di rialzarsi dopo una serie di risultati altalenanti. Durante il soggiorno a Roma, i proprietari americani avranno modo di raccogliere una panoramica completa della situazione, anche a livello di motivazione e coesione interna. Non solo quindi una valutazione dei numeri, ma anche un'analisi a tutto tondo dell'ambiente in cui Juric sta lavorando.
La decisione sul futuro di Juric, che fino ad ora ha avuto alti e bassi in questa stagione, potrebbe dipendere non solo dai risultati sul campo, ma anche dalla capacità del tecnico di mantenere un buon equilibrio interno e di motivare i suoi giocatori a raggiungere gli obiettivi prefissati. I prossimi giorni, dunque, saranno cruciali per il futuro della Roma e del suo allenatore.
I possibili sviluppi per il futuro di Juric
Il clima intorno a Ivan Juric è sempre più teso. L'allenatore croato non sembra riuscire a trovare la giusta quadra per risollevare le sorti della Roma, e i tifosi continuano a manifestare il loro dissenso. Le performance della squadra sotto la sua guida sono state deludenti: nelle prime undici partite sono arrivate solo 4 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte. Attualmente i giallorossi occupano il dodicesimo posto in Serie A, con una situazione precaria anche in Europa League, mentre il gioco e la grinta della squadra sembrano completamente assenti. A questo si aggiunge la gestione controversa di Hummels che, nonostante il suo status di miglior difensore dell'ultima Champions League, non è mai stato preso in considerazione dal tecnico.
La posizione di Juric
Nonostante il malcontento crescente intorno a lui e l’ambiente ormai ostile, Juric resta fermo sulle sue posizioni. Rispondendo alle voci di un possibile confronto con la famiglia Friedkin, l’allenatore ha dichiarato: «In questo periodo mi sono concentrato solo sull’allenamento, lasciando che tutto il resto passasse in secondo piano. L’unica cosa che posso controllare è il mio lavoro, e non voglio entrare in altre discussioni». Parlando poi delle sue scelte tattiche, ha giustificato l’esclusione di Hummels, spiegando che l’adattamento di Cristante in difesa rientra in una decisione puramente tecnica.
L'arrivo dei Friedkin a Trigoria
L’ultima visita dei Friedkin a Trigoria risale a metà settembre, quando decisero di separarsi da Daniele De Rossi e di annunciare l’arrivo di Juric. Ora, i proprietari americani, potrebbero essere presenti allo stadio Olimpico per il match contro il Bologna, che potrebbe essere l'ultimo per Juric sulla panchina giallorossa. Prima di quella partita, però, non sembrano esserci intenzioni immediate di prendere una decisione definitiva riguardo al suo possibile esonero.
Il futuro di Juric: le ipotesi
La sosta per le nazionali potrebbe essere il momento ideale per un cambio di panchina. Tra i nomi che circolano per succedere al tecnico croato, quello di Frank Lampard è il più caldo. L’ex bandiera del Chelsea, che ha avuto esperienza anche all’Everton, sembra essere una delle scelte preferite dalla famiglia Friedkin. Non mancano, però, anche le ipotesi Roberto Mancini e Massimiliano Allegri, entrambi attualmente senza squadra, ma che dovrebbero entrare in una situazione particolarmente delicata. Un altro nome che circola è quello di Paulo Sousa, ma per portarlo in giallorosso i Friedkin dovrebbero pagare una clausola al suo attuale club in Arabia Saudita. L'ipotesi di un ritorno di Daniele De Rossi sembra invece essere decisamente da escludere.
Le parole di Gianluca Mancini
In un momento delicato della stagione, dopo una serie di risultati deludenti, le parole di Mancini risuonano come un messaggio di determinazione e unione. Nonostante la frustrazione per la sconfitta a Verona e il pareggio più recente, il numero 23 si mostra deciso a non abbattere lo spirito della squadra e a concentrarsi su ciò che è necessario per rialzarsi.
«I risultati fanno tanto e noi veniamo dalla sconfitta a Verona e dal pareggio contro l'Union Saint Gilloise. È normale essere arrabbiati, delusi, ma non dobbiamo abbatterci. Dobbiamo fare qualcosa di più perché quello che stiamo facendo non basta. Siamo professionisti e in campo cerchiamo di mettere tutto quello che ci dice il mister. Non molliamo e cercheremo domenica di portare a casa i 3 punti che sono la cosa più importante».
Queste parole evidenziano chiaramente la consapevolezza del momento difficile che la Roma sta attraversando, ma anche la volontà di reagire. La delusione è comprensibile, ma non c'è spazio per il pessimismo. La squadra è chiamata a compiere uno sforzo maggiore e a dare il massimo in campo, a partire dalla prossima partita, dove i tre punti sono considerati fondamentali per ritrovare fiducia e slancio. Nonostante le difficoltà sul campo, il messaggio è chiaro: «Il gruppo sta facendo il massimo, dobbiamo essere uniti».
«Non spettano a noi le questioni societarie»
Inoltre, il difensore ha toccato anche un tema delicato, quello dei possibili sviluppi a livello dirigenziale. In un periodo in cui le voci su un possibile cambiamento in panchina si fanno sempre più insistenti, il giocatore ha ribadito la separazione tra la gestione sportiva e quella societaria, lasciando agli altri la responsabilità delle decisioni. «Io sono qua per fare il calciatore, cercando di impegnarmi al meglio. Il presidente fa le sue scelte. Le questioni societarie non spettano a me. Quando ci è stato chiesto abbiamo dato il nostro parere, ma altrimenti noi calciatori ci limitiamo a stare in campo».Un chiaro segno che la squadra, pur in un periodo di difficoltà, è focalizzata sul proprio compito e sull’obiettivo di migliorare sul rettangolo verde.
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