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Anita Armenise

Roma capitale della precarietà: dal 2009 i contratti a tempo indeterminato sono passati dal 18 all'8%

Secondo uno studio della Cgil il rapporto tra contratti a tempo determinato e indeterminato porta alla luce una scomparsa del lavoro stabile

cgil
Manifestazione sindacale

«A Roma e nel Lazio c’è un’emergenza che riguarda il lavoro che si chiama precarietà». Questo l'allarme lanciato dalla Cgil capitolina che evidenzia come sia in periodi di contrazione economica che di crescita aumenta solo il lavoro precario e di brevissima durata.


Dal 2009, la partecipazione al mercato del lavoro nel Lazio è aumentata del 24,9 per cento. Ma questo incremento non ha portato con sé un miglioramento della qualità delle posizioni lavorative. Al contrario, il numero medio di contratti per lavoratore è passato da 2,13 a 2,46, ben al di sopra della media nazionale di 1,7. Questo dato riflette la diffusione di contratti di breve durata e la riduzione delle opportunità di lavoro stabile.


Precarietà, dal 2009 gli indeterminati sono passati dal 18% all'8%

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Gli anni successivi alla crisi del 2008 hanno segnato un peggioramento della legislazione che tutela il lavoro, favorendo la precarietà. Dal 2009 infatti l’incidenza del rapporto a tempo indeterminato si è dimezzata, passando dal 18 per cento al 8 per cento, sia per la diminuzione di questa tipologia di contratti attivata (-78.000 su base 2009), che per l’aumento dei contratti a termine.


A partire dal 2016, il saldo tra contratti attivati e cessati è tornato in positivo, ma si trattava quasi unicamente di contratti a tempo determinato. L’unica eccezione è rappresentata dal 2015, quando gli incentivi legati alla riforma del lavoro hanno generato un aumento significativo degli indeterminati. Ma già nei due anni successivi, il numero di contratti stabili è calato in misura più marcata rispetto agli incrementi registrati nel 2015.


Nel Lazio solo il 9% dei contratti sono indeterminati

Il rapporto tra contratti a tempo determinato e indeterminato porta alla luce un progressivo assottigliamento del lavoro stabile. A livello regionale, solo il 9 per cento delle nuove attivazioni contrattuali riguarda contratti a tempo indeterminato. La situazione è ancora più critica a Roma (8 per cento), mentre percentuali più alte si riscontrano nella città metropolitana di Roma (15 per cento), a Frosinone (16 per cento), Rieti (15 per cento), Viterbo (10 per cento) e Latina (7 per cento).


Occupazione femminile, meno partecipazione ma più stabilità

Sull’occupazione femminile nel Lazio il tasso è al 61 per cento, superiore alla media regionale del 54,1 per cento ma le giovani donne under 35 mostrano una partecipazione inferiore rispetto ai loro coetanei maschi, con un divario di 3 punti percentuali a Roma e di 7 punti nel resto del Lazio.


Un dato positivo che emerge per le donne romane è che entrano nel mercato del lavoro, esse godono di una maggiore stabilità rispetto agli uomini, con una maggiore incidenza di contratti a tempo indeterminato, a differenza di quanto avviene nel resto della regione.


Aumenta la possibilità degli over 64 di avere un contratto

Tra le altre cose, le nuove attivazioni di contratti interessano sempre più le fasce anagrafiche medio alte della popolazione. L’incidenza degli over 64 a cui viene fatto un contratto è triplicata e più che raddoppiata quella degli over 55, come cresce la percentuale degli over 45. Se nel 2009 queste fasce di età rappresentavano il 22 per cento, oggi raggiungono il 36 per cento.


I dati in valori assoluti evidenziano come non ci sia una riduzione delle fasce più giovani ma che aumentino le persone con età medio alta a venir assunte nel corso dell’anno, segno di una maggiore precarietà anche su queste fasce di età.

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