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Radio Freccia lascia la sede storica ai castelli romani: si apre la strada all’abbattimento dei tralicci

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Radiofreccia ha deciso di abbandonare spontaneamente l’impianto, senza attendere una sentenza definitiva

monte cavo

Monte Cavo perde una delle sue voci storiche. L'emittente radiofonica ispirata al film Radiofreccia di Luciano Ligabue ha cessato le trasmissioni dalla cima del monte, nel cuore dei Castelli Romani, spostando i propri impianti altrove e lasciando definitivamente la storica postazione di Rocca di Papa.


L’imponente traliccio di 25 metri, da cui per anni partiva il segnale verso Roma, oggi si erge vuoto, le antenne sono state smontate e trasferite a partire dallo scorso 25 marzo. Ad annunciare questa novità il presidente del consiglio comunale di Rocca di Papa, Francesco De Santis che aveva voluto sottolineare come la decisione dell'emittente sia stata influenzata da un’azione amministrativa concreta ovvero l’affidamento dell’incarico di progettazione della demolizione.


La lunga battaglia legale con il Comune

Il traliccio, situato su terreno privato nella zona di Costarelle, era al centro di un’annosa disputa tra il comune di Rocca di Papa e la società titolare dell’emittente. Nel 2021, l’amministrazione comunale aveva ordinato la demolizione della struttura, denunciando irregolarità edilizie. La società radiofonica, dal canto suo, aveva contestato il provvedimento, facendo ricorso al Tar e sostenendo la regolarità dell’attività radiotrasmissiva, svolta in base a una concessione ministeriale.


Ma il Tribunale Amministrativo del Lazio ha dichiarato il ricorso inammissibile: con la delocalizzazione dell’impianto, infatti, è venuto meno l’oggetto della controversia. La radio ha infatti confermato, nel marzo 2025, di aver già abbandonato Monte Cavo e trasferito altrove la propria infrastruttura.


Ora che il traliccio è privo di funzione, resta da stabilire chi dovrà occuparsi della sua demolizione. Lo stesso destino attende almeno altri tre tralicci collocati più in alto sul Monte Cavo, anche questi destinati all’abbattimento. Ma la questione è tutt’altro che semplice: i costi dello smantellamento potrebbero essere ingenti, soprattutto se a intervenire fosse il Comune, che dovrebbe poi rivalersi sulle società proprietarie.


Per evitare questo scenario, è in corso una trattativa con la mediazione del Ministero delle Imprese: l’obiettivo è trovare un’intesa affinché siano le stesse società a provvedere direttamente alla rimozione delle strutture, riducendo tempi e spese.


Un’opportunità per restituire Monte Cavo alla natura

Al di là dell’aspetto tecnico, la vicenda apre a riflessioni più ampie sul futuro di Monte Cavo. La cima dell’antico vulcano, incastonata nel Parco dei Castelli Romani, è stata per decenni invasa da tralicci e impianti, spesso installati senza le dovute autorizzazioni. L’uscita di scena di Radiofreccia potrebbe rappresentare l’inizio di un cambiamento più ampio.


La speranza è che altre emittenti seguano l’esempio, avviando un processo graduale di liberazione del territorio da strutture ingombranti e potenzialmente abusive. Il recupero paesaggistico e ambientale di Monte Cavo potrebbe così diventare realtà, riportando dignità e bellezza a un’area di grande valore simbolico e naturale.






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