Il Quarticciolo «ribelle» struttura l’alternativa al Modello Caivano. Il quartiere al lavoro per la rinascita economica
Aggiornamento: 2 giorni fa
Lo scorso venerdì 21 febbraio nel Teatro Biblioteca di quartiere si è tenuto l’incontro per «costruire un pezzo fondamentale del Modello Quarticciolo», l’alternativa al Modello Caivano che presto il governo vuole imporre alla borgata nella periferia est della Capitale
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Fare rete, conoscere esperienze virtuose di altri territori e infine applicare un modello alternativo per la riqualificazione del Quarticciolo, partendo dalla rigenerazione economica del quartiere. Questi, in sintesi, i motivi dell’incontro tenutosi nel quartiere della periferia est della Capitale lo scorso venerdì 21 febbraio.
Dal titolo «Modello Quarticciolo - Nuove economie per la rigenerazione del quartiere», l’iniziativa ha visto confrontarsi sui tavoli del Teatro Biblioteca di quartiere cittadini, realtà associative della zona e modelli virtuosi in giro per il Paese per capire come co-progettare e co-programmare interventi economici di successo per la vita comunitaria.
Tutto questo con l’obiettivo di «costruire insieme un pezzo fondamentale del Modello Quarticciolo», scrivono gli organizzatori sui social, permettendo la riapertura dei negozi e la possibilità di creare opportunità soprattutto per chi è sottoccupato, così «da contendere alla criminalità organizzata il ruolo di attore economico principale» nel territorio.
La proposta e la protesta, dal Quarticciolo a Caivano
L’iniziativa di venerdì rientrava all’interno di una serie di incontri che le realtà territoriali stanno portando avanti con una doppia funzione, di proposta e di protesta. Da una parte la proposta, già in piedi da anni e in coordinamento con il Comune, che vede nelle esperienze come il doposcuola o la palestra popolare l’alternativa di rinascita economica e sociale di quartiere.
Dall’altra la protesta, necessità esplosa dopo il 23 dicembre a causa dell’inserimento del Quarticciolo tra gli otto quartieri d’Italia scelti del governo Meloni su cui si provvederà ad applicare il metodo già usato nel comune di Caivano, parte dell’hinterland napoletano.
Un modello contro cui si oppone Quarticciolo ribelle, tra le associazioni promotrici di queste iniziative, che vede nell’applicazione di quel modello la risoluzione di una problematica attraverso un «approccio meramente repressivo» e che non fa particolare attenzione alle diverse necessità territoriali.
Come racconta uno degli organizzatori dell’iniziativa, Pietro Vicari, la volontà di far ripartire un’economia di prossimità arriva prima del Modello Caivano: «In un quartiere come il Quarticciolo, come in tutti i quartieri dei casi popolari, molto poco si parla di qual è il modello economico che si vuole contrapporre alla presenza delle economie criminali su un territorio di questo tipo, dove la presenza delle organizzazioni criminali è così ramificata».
Da questa necessità nasce quindi il lavoro portato avanti per anni dalle associazioni e che con la giornata di venerdì puntava all’aggiunta di un ennesimo pezzo, ovvero l’iniziare a lavorare per trovare un punto di congiunzione tra il saper fare e il saper vendere. «Abbiamo fatto qualche anno fa una cosa chiamata “censimento delle capacità” - continua a raccontare Pietro - per capire cosa sanno fare le persone e cosa potenzialmente potrebbe diventare un'attività economica. Però tra il fatto di te che sai fare la birra o sai fare il fabbro e il fatto che riesci a fare impresa c'è di mezzo il mondo».
I tavoli di lavoro e le nuove economie per la rigenerazione del quartiere
Il mondo è stato quindi al centro e per un momento il centro del Quarticciolo. Attraverso quattro tavoli «per il rilancio dell’economia di quartiere», quindi, gli organizzatori hanno provato a raggruppare le diverse realtà e capacità che operano nella zona. «I tavoli di oggi - continua a raccontare Pietro - riflettevano le varie dimensioni che questo problema ha secondo noi per quello che intercettiamo».
Sui tavoli si sono quindi incontrati discorsi su ad esempio «cos’è una comunità energetica», per capire le necessità legate ai consumi di un’impresa e le possibili soluzioni o come rendere redditizio un laboratorio di birrificazione, che lavora anche per il reinserimento lavorativo delle persone che stanno in esecuzione alternativa della pena o escono da un'esperienza carceraria.
Una questione che acquista ancora più importanza se si prendono infine in considerazione i servizi sociali offerti da queste realtà, come il doposcuola, «che funzionano molto bene dal punto di vista sociale - conclude Pietro - ma sono anche in grado di stare sul terreno della sostenibilità economica».
I prossimi appuntamenti in vista del primo marzo
L’incontro di venerdì si è quindi chiusa con una cena vegetariana alla Casa di Quartiere, dove gli organizzatori hanno infine dato appuntamento per il prossimo incontro giovedì 27 febbraio per la festa di Carnevale e la sfilata di quartiere.
Alle 18:30 nello spazio del doposcuola, in via Ostuni 7, ci sarà a seguire la presentazione di Alfabeto della scuola democratica, raccolta curata da Christian Raimo.
Il giorno dopo, venerdì 28, è invece programmata l’assemblea in vista della manifestazione del primo marzo, con cui il quartiere intende mostrare il proprio dissenso al governo per l’applicazione del «Modello Caivano».
All’appuntamento si attendono anche delle delegazioni di altre realtà territoriali di quartiere che verranno interessate dal decreto del governo, «un primissimo tentativo» di creare rete tra associazioni molto diverse tra loro e di diversa natura, tra cooperative sociali, parrocchie, scout e collettivi di centri sociali.
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