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«Caivano è una città morta», dal Quarticciolo a Palermo: le periferie contro il decreto del Governo

Titty Santoriello Indiano

Prima del corteo contro il «decreto Caivano», i comitati provenienti da varie periferie del Paese si sono incontrati per condividere esperienze e proposte. Quarticciolo Ribelle: «C’è bisogno di politiche strutturali per agire sulla dispersione scolastica, sulla mancanza di sanità, sull’assenza dell’asilo nido, sugli altri bisogni reali delle persone, non di decreti emergenziali che mettono le toppe dove per anni c’è stato l’abbandono delle istituzioni»

«Caivano è una città morta», da Quarticciolo a Palermo: le periferie contro il decreto del Governo
Corteo al Quarticciolo

Servono case dignitose, politiche sociali e servizi, non mega infrastrutture e provvedimenti calati dall’alto che ignorano i bisogni reali delle persone. A pensarla così sono i comitati provenienti da varie periferie del Paese che venerdì 28 febbraio si sono riuniti nell'assemblea pubblica organizzata da «Quarticciolo ribelle» contro il cosiddetto decreto Caivano. E' il giorno che precede la manifestazione del primo marzo che ha portato in piazza migliaia di persone. E' il momento della riflessione collettiva, da Palermo a Catania a Venezia passando per Torino, Pisa e Milano fino a Caivano, per contrastare il provvedimento varato il 23 dicembre scorso dal Governo che punta ad esportare in altre periferie del Paese il «modello» sperimentato nel comune partenopeo.


«Il decreto conferisce poteri illimitati al Governo»

«C’è bisogno di politiche strutturali per agire sulla dispersione scolastica, sulla mancanza di sanità, sull’assenza dell’asilo nido, sugli altri bisogni reali delle persone, non di decreti emergenziali che mettono le toppe dove per anni c’è stato l’abbandono delle istituzioni», dice Alessia di Quarticciolo Ribelle. «Questo provvedimento ha anche un carattere punitivo colpendo i ragazzi che non vanno a scuola e aumentando le pene per i minori», aggiunge l’attivista in riferimento all’affollamento negli istituti penitenziari minorili che si sta verificando proprio in seguito al decreto Caivano. Il commissariamento che scaturisce da questo provvedimento «conferisce poteri illimitati al Governo, a parte per la normativa antimafia e quella europea», aggiunge Pietro, tra i fondatori della palestra popolare a Quarticciolo e delle altre iniziative sociali come il doposcuola e l'ambulatorio. «Questa è una situazione enorme, noi non avevamo l’ambizione uno scontro frontale con il Governo», ammette. Alle altre realtà «ci ispiriamo anche perché questa vicenda - sottolinea - non si può affrontare solo dentro le strade di un quartiere ma deve essere trascinata all'esterno».


«Caivano è una città morta», da Quarticciolo a Palermo: le periferie contro il decreto del Governo
Assemblea dei comitati al Quarticciolo

«Caivano è una città morta»

Caivano è il primo comune in cui il Governo ha sperimentato questo tipo di provvedimento. «Prima lo Stato non c’era e poi all’improvviso, dopo il tragico stupro avvenuto a Caivano, ha deciso di rimediare alla sua assenza», racconta Irene, studentessa del comune in provincia di Napoli: «Sono arrivati gli elicotteri, le telecamere, i controlli a tappeto e ora Caivano è una città morta». E poi: «E' sorto il centro sportivo Pino Daniele che però è inaccessibile alle persone del posto perché è troppo caro mentre i posti di lavoro sono stati dati a persone esterne». Invece «al quartiere servono servizi, ad esempio i mezzi pubblici e i fondi per le scuole».


Le periferie contro il «decreto Caivano»

Giorgio, del centro sociale Anomalia di Palermo, riflette su come questi decreti celino anche degli interessi economici. «Si interviene a Borgo Nuovo a Palermo dove ci sono tante difficoltà ma anche la possibilità di aprire cantieri in zone che possono essere ricostruite e non a Borgo Vecchio che è una delle principali piazze di spaccio» ma non c’è possibilità di costruire infrastrutture. Questi provvedimenti hanno anche «ragioni materiali», sottolinea. Contro i decreti emergenziali si è espresso anche Claudio, del litorale di Roma: «Ostia a piazza Gasparri - spiega - ha subito lo stesso trattamento: dietro la parola legalità è stato azzerato tutto un tessuto sociale». Da Scampia a Venezia a Milano, seppur con problemi diversi, viene rappresentata la stessa preoccupazione di veder calare sui territori politiche securitarie senza ascoltare le reali necessità delle periferie.


«Caivano è una città morta», da Quarticciolo a Palermo: le periferie contro il decreto del Governo
Quarticciolo, via Cerignola

Il diritto alla casa

Rivendicazioni ribadite nel corteo di sabato al quale hanno partecipato vari movimenti per il diritto alla casa, una delle questioni centrali della protesta. «Non si possono mettere sullo stesso piano gli spacciatori e le persone che hanno occupato una casa perché non sanno dove andare», hanno ribadito i manifestanti in riferimento alle famiglie sfrattate nei giorni scorsi al Quarticciolo e ai provvedimenti di sgombero annunciati per le prossime settimane. Una manifestazione che per gli organizzatori è anche una «richiesta di ascolto», non un approdo ma «un punto di partenza».




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