Protesta transfemminista, «Bruciamo Tutto» blocca la Tiburtina ballando sulle strisce pedonali [VIDEO]
Un'azione di resistenza civile non violenta del movimento «Bruciamo Tutto» blocca la Tiburtina, tra canti, balli e striscioni, per la Giornata contro la violenza di genere
Oggi, 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, un gruppo di attivisti e attiviste del movimento «Bruciamo Tutto» ha dato vita a una serie di azioni di protesta lungo la via Tiburtina, nel quartiere San Lorenzo, con una manifestazione di resistenza civile non violenta.
Uno «swarming» per la visibilità della lotta
La protesta è iniziata alle 9.30 con un'azione di «swarming», un tipo di manifestazione collettiva caratterizzata da movimenti rapidi e mobili. Undici attivisti si sono riuniti a piazzale Tiburtino, attraversando la strada con il semaforo verde e fermandosi sulle strisce pedonali. Ballando e cantando, hanno creato una parata improvvisata, mettendo in evidenza la lotta contro la violenza di genere. Ogni fermata sulle strisce pedonali è durata un minuto, rendendo visibile e sonora la protesta, prima di proseguire con una marcia lenta.
Un’azione sonora e visibile
Lungo il percorso, il gruppo ha utilizzato strumenti musicali e oggetti improvvisati per produrre suoni, trasformando la marcia in una vera e propria parata sonora. La protesta ha occupato la porzione di via Tiburtina diretta verso il cimitero del Verano, dove il gruppo ha fatto una sosta significativa al parco di Villa Mercede. Nei pressi della panchina rossa, simbolo contro il femminicidio, gli attivisti hanno macchiato la panchina di tempera nera, trasformandola in un palcoscenico improvvisato per espressioni artistiche. Letture, balli e discorsi hanno animato il momento, conferendo alla protesta un carattere di gioia e liberazione.
La marcia continua tra striscioni e volantini
La manifestazione ha proseguito lungo la Tiburtina, passando per via dei Reti e via dei Sabelli, tornando poi al punto di partenza. Durante il percorso, sono stati distribuiti volantini con i nomi delle donne vittime di femminicidio, e sono state lasciate impronte di mani colorate, simbolo di resistenza. Gli striscioni portati dai partecipanti riportavano messaggi di denuncia contro la violenza di genere, esprimendo solidarietà alle vittime e ribadendo la richiesta di un cambiamento profondo.
L'intervento della polizia e la conclusione della protesta
Alle 9.47, la polizia è intervenuta, intimando agli attivisti di interrompere l'azione. Nonostante l'ordine di cessare la manifestazione, alcune delle attiviste hanno proseguito nella marcia, fino a essere fermate dalle forze dell'ordine e trascinate via dopo aver fatto resistenza passiva. L'azione si è conclusa alle 10.58, ma non senza lasciare un segno tangibile del proprio passaggio: i cartelloni, i volantini e le impronte lasciate a terra sono diventati simboli di una determinazione che non si è fermata di fronte agli ostacoli.
Le motivazioni della protesta
In una nota, il movimento «Bruciamo Tutto», ha spiegato il significato dell'azione: «Il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza di genere. Abbiamo deciso, con questa azione, di mostrare con decisione la nostra voglia di continuare a lottare, nonostante il governo e i suoi rappresentanti sminuiscano pubblicamente il problema. Non vogliamo una manifestazione autorizzata un giorno all’anno per commemorare questa ricorrenza. Vogliamo che la violenza di genere venga riconosciuta, che le richieste dei movimenti transfemministi vengano ascoltate e che venga contrastata in modo concreto. La lotta non è solo rabbia e dolore, ma anche gioia. Per questo abbiamo scelto di accompagnare la nostra azione con balli, canti e suoni».
La protesta, sebbene interrotta dalle forze dell'ordine, ha avuto il merito di rendere visibile e tangibile una lotta che non si ferma, che non passa inosservata, e che continuerà a far sentire la propria voce, oggi e ogni giorno.
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