Protesta a Fiumicino contro il porto crocieristico. Finisce sotto indagine la barriera in cemento
Oltre 300 manifestanti contro la recinzione della spiaggia dei bilancioni nel piazzale del vecchio Faro

Oltre 300 persone si sono radunate questa mattina nel piazzale del vecchio Faro di Fiumicino per manifestare contro il progetto del porto turistico crocieristico e la recinzione realizzata in una notte sul neonato tratto di spiaggia davanti agli storici bilancioni.
Il sit-in è stato organizzato per «fare diventare il piazzale una spiaggia» e ha visto la partecipazione di cittadini e associazioni contrari al nuovo approdo, tra cui la rete del comitato Tavoli del porto. Sul piatto c'è un intervento per la realizzazione di un porto crocieristico che presenta diverse storture e che, soprattutto, non ha ancora nessuna validazione.
Il porto e la recinzione
La storia del nuovo porto crocieristico di Fiumicino è tornata negli ultimi tempi agli onori della cronaca dopo che lo stesso è stato inserito tra gli interventi del Giubileo - nonostante la fine dei lavori nel progetto sia prevista per il 2028.
L'investimento di capitale privato è pari a 439 milioni di euro per la realizzazione di un porto turistico crocieristico che faccia appunto approdare navi da crociera nella zona dei bilancioni, sul lungomare di Isola Sacra.
Al momento, però, l'iter amministrativo per avviare i lavori è ancora fermo, nonostante lo slalom provato dall'amministrazione di Fiumicino e prontamente bloccato dall'Antitrust.
Resta quindi poco chiaro il reale motivo per cui sarebbe innanzitutto partita questa recinzione, nonostante la società Fiumicino Waterfront Srl, titolare della concessione demaniale, abbia precisato che la recinzione in jersey è un intervento di «protezione intorno all'area in concessione» e non è «in funzione delle opere per la realizzazione della variante del progetto del porto, per cui è ancora attesa la conclusione dell'iter autorizzativo».
Le indagini sulla barriera
La Capitaneria di Porto di Fiumicino ha quindi avviato un’indagine sulla barriera di 500 metri installata sulla spiaggia. L’opera è sotto esame per verificare il rispetto dei vincoli paesaggistici e ambientali.
La procura di Civitavecchia, su esposto del deputato Angelo Bonelli (Avs), sta valutando ipotesi di reato come compromissione di beni culturali e disastro ambientale. Bonelli denuncia l’inammissibilità dei lavori notturni e dei movimenti di terra non autorizzati.
Un cartello all’ingresso definisce la barriera un’opera di cantierizzazione, alimentando dubbi sui suoi reali scopi, anche in vista dei futuri lavori per il tendering delle navi da crociera (ovvero l'utilizzo dello spazio concesso non più per l'approdo delle navi ma per delle piccole imbarcazioni che porterebbero i turisti a terra).
Le reazioni dei manifestanti
La sorpresa che ha quindi accolto nella mattinata del 4 marzo abitanti , frequentatori e attivisti del porticciolo vicino al Faro, ha scosso ancor più gli animi già turbolenti dei comitati contrari al porto. Poco dopo lo spostamento della prossima assemblea pubblica al 15 marzo, la rete di associazioni ha quindi indetto una manifestazione di protesta.
Durante la stessa è stato esposto un maxi-striscione con la scritta: «Una spiaggia senza mare si chiama deserto» e si sono susseguiti numerosi interventi che hanno ribadito il dissenso nei confronti della recinzione e del progetto del porto, specialmente in quanto ad oggi non c'è chiarezza sulla legittimità della recinzione.
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