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Protesta alla Sapienza: precari e ricercatori occupano l'Aula Magna contro i tagli e la riforma Bernini

Redazione La Capitale

La protesta alla Sapienza si è svolta in concomitanza con la campagna «Università Svelate» promossa dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui). Ma, secondo i manifestanti, la realtà è ben diversa da quella descritta

«Nel giorno in cui si dovrebbe celebrare la giornata dell'università noi vogliamo raccontare che quella che ci fanno vivere a noi è un'università della guerra e della precarietà, dei tagli, in cui diritto allo studio non è un diritto». A spiegare i motivi alla base della mobilitazione è una studentessa del collettivo Osa, e a partecipare alla protesta sono in molti. Dottorandi, ricercatori, assegnisti e docenti a contratto delle università Sapienza, Roma Tre e Tor Vergata, che ha occupato simbolicamente l’Aula Magna di Lettere per manifestare contro la riforma Bernini e il sottofinanziamento dell’istruzione superiore.


Sapienza, occupata l'Aula magna di Lettere

La protesta è iniziata già nelle prime ore della mattina con lo svolgimento di lezioni all’aperto, un’azione simbolica per denunciare le difficoltà affrontate da chi opera nel mondo accademico. Poi un corteo spontaneo ha attraversato i viali della città universitaria, culminando nell’occupazione simbolica dell’aula I della facoltà di Lettere, dove è stato esposto uno striscione con la scritta: «Contro tagli, guerra, precarietà riprendiamoci l’università».


La rettrice dell'ateneo, Antonella Polimeni
La rettrice dell'ateneo, Antonella Polimeni

Tra i cartelloni ce ne è uno che ritrae la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, che ha le forbici al posto delle mani. Un richiamo alla famosa pellicola di Tim Burton che in questo caso simboleggia i tagli all'istruzione.


La protesta si è svolta in concomitanza con la campagna «Università Svelate» promossa dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui). Ma, secondo i manifestanti, la realtà è ben diversa da quella mostrata: alla ministra «bugiarda, somara» che descrive l'università come «innovativa, incisiva e inclusiva noi sveliamo le vere condizioni». Il riferimento è ai  

tagli per 1,2 miliardi di euro, aumento delle tasse universitarie, riduzione delle borse di studio e crescente influenza dei privati e dell’industria bellica sulla ricerca.




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