Professore del Tasso contro le linee guida di Valditara: «Andremo nella direzione opposta»
«Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità», comincia così la lettera del professore dello storico liceo Tasso. Nel testo, il professore esprime il suo dissenso verso le recenti Linee guida sull’educazione civica
«Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica». Parole appassionate, intrise di critica e speranza, quelle contenute nella lettera inviata da Giancarlo Burghi, docente di Storia e Filosofia dello storico liceo Torquato Tasso, al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Nel testo, il professore esprime il suo dissenso verso le recenti Linee guida sull’educazione civica, accusandole di superficialità, manipolazione storica e visione faziosa.
Docente del Tasso e la trincea dell'istruzione
«Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità», comincia così la lettera del professore secondo cui l’insegnamento non può essere relegato a slogan vuoti o a un’educazione alla proprietà privata, come suggerito nelle linee guida ministeriali.
«L’articolo 42 della Costituzione - ricorda Burghi - riconosce la proprietà privata, ma ne sottolinea la funzione sociale. Non si tratta di idolatrare il possesso, ma di garantire la dignità collettiva». Al centro della critica del docente l’idea thatcheriana che «la società è in funzione dell’individuo», sottolineando che la Costituzione italiana non menziona mai il termine «individuo», preferendo invece il concetto di «persona», inteso come singolo all’interno delle formazioni sociali.
«I patrioti sono quelli che combattono per la giustizia e rifiutano la discriminazione»
Sulla questione della patria, Burghi si oppone a una visione identitaria e nazionalista. «La patria non è un suolo da difendere avidamente», scrive, richiamando le parole di Giuseppe Mazzini, «ma una dimora di libertà e uguaglianza». E ancora: «I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno rifiutano la discriminazione e combattono per la giustizia».
Il professore non risparmia critiche al comportamento della sottosegretaria Paola Frassinetti, che avrebbe celebrato il fascismo e omaggiato i volontari italiani delle SS. «Come possiamo educare i giovani alla democrazia», si chiede Burghi, «quando i rappresentanti del Ministero alimentano una narrazione distorta della storia?». Burghi conclude riaffermando il suo impegno a insegnare educazione civica ispirandosi alla Costituzione antifascista e a figure come don Milani e Giuseppe Mazzini. «Le sue Linee guida non saranno le nostre», scrive al ministro, «perché la nostra unica bussola è la Costituzione».
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