Presidio per le vittime della strada, 100 maschere bianche e 100 rose rosse: «Sulla sicurezza stradale a Roma non si fa abbastanza»
Aggiornamento: 6 giorni fa
In occasione della Giornata mondiale delle vittime della strada 24 associazioni hanno organizzato un presidio di commemorazione e protesta a largo Argentina
Cento maschere bianche e cento rose rosse a rappresentare i morti negli incidenti stradali e cartelloni contro il nuovo Codice della strada. Nella mattinata di domenica 17 novembre, in occasione della Giornata mondiale delle vittime della strada, decine di persone si sono riunite a largo di Torre Argentina in un presidio di commemorazione e protesta. Per ricordare chi non c'è più, da un lato. E per chiedere al Senato di non approvare la riforma, dall'altro.
Eppure il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, nello stesso giorno, ha annunciato con sicurezza su Facebook: «La Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada anticipa di pochi giorni l'approvazione del nuovo Codice, che ho voluto fortemente dopo decenni di attesa e dopo troppe tragedie, che troppo spesso coinvolgono ragazze e ragazzi. Siamo determinati a rendere le nostre strade più sicure, riducendo gli incidenti che spesso sono figli di distrazione o imprudenza. Nell'ultimo anno abbiamo ascoltato anche associazioni, enti locali, produttori automobilistici, esperti. Salvare vite è una missione che deve coinvolge tutti, ogni giorno, oltre ogni schieramento politico. Chi non c'è più va omaggiato anche e soprattutto con i fatti».
Il presidio per le vittime della strada a largo Argentina
La manifestazione, organizzata nell'ambito della mobilitazione nazionale «Stop al #codicedellastrage» che coinvolge oltre 20 città italiane, era promossa dal Movimento diritti dei pedoni e altre 23 associazioni romane che si interessano di sicurezza stradale. L'iniziativa si è svolta in due momenti: prima il ricordo delle vittime portato direttamente dalle voci e dalle testimonianze dei familiari, da Bruno Pietrobono a Sergio Toscano, passando per Giuseppina Piantedosi e Rossella Santilli.
Poi alcune delegazioni sono andate a posare i fiori in diversi punti in cui negli anni sono avvenuti incidenti mortali. Uno in viale Marconi, dove lo scorso 13 luglio è stato investito e ucciso l'infermiere Salvatore. Uno ai Fori Imperiali, dove nel 2009 ha perso la vita la 28enne Eva. Un altro a due passi dalla stazione ferroviaria in via Tiburtina, sul ponte che attraversa i binari del treno e la tangenziale, dove poco più di 24 ore prima ad avere la peggio è stata Francesca Mandarino, una studentessa di 21 anni.
«Una commemorazione sempre più faticosa»
«Questa commemorazione - racconta a La Capitale Francesca Chiodi, presidente del Movimento diritti dei pedoni - è sempre più faticosa perché noi non stiamo vedendo un miglioramento, anzi i dati Istat nei primi sei mesi del 2024 hanno mostrato addirittura che in Italia stanno peggiorando i numeri delle collisioni, dei feriti e anche dei morti, soprattutto in città. Abbiamo messo 100 maschere con 100 rose, ma è un numero simbolico. Solo nel Lazio l'anno scorso ci sono state 346 vittime, avremmo dovuto riempire l'intera piazza».
La risposta alle parole di Salvini
«Il nuovo codice della strada non è parte della soluzione, è parte del problema. Nonostante la comunicazione dal lato istituzionale lo dipinga come una norma positiva che tiene conto delle associazioni, questo purtroppo è falso, è una dichiarazione che noi rigettiamo molto fortemente. È vero che ci sono state delle audizioni e che 26 associazioni dei familiari delle vittime sulla strada hanno scritto delle lettere al ministero e alla Camera presentando diverse istanze per criticare l'impianto della legge. Nessuna di queste istanze è stata accolta e ora si approva una legge a ridosso di una giornata chiave di commemorazione per una strage in corso di peggioramento e si dice anche che è un omaggio a loro, sinceramente questo è troppo», ha aggiunto Chiodi in riferimento alle parole di Salvini.
Le critiche alla riforma del Codice della strada
Ma quali sono le critiche mosse alla riforma del Codice dalle associazioni? «Si limita a inasprire le pene per gli abusi di alcol e droghe alla guida, che sono illeciti molto gravi ma non la causa principale degli incidenti. Nel frattempo - chiarisce Chiodi - toglie strumenti di prevenzione, rende complesso posizionare autovelox, ztl, aree pedonali e piste ciclabili, rifiuta le nuove tecnologie per controllare le infrazioni. Eppure ormai è dimostrato che ridurre la velocità dei veicoli è una direzione che riesce a ridurre le vittime». Per questo le associazioni hanno deciso di organizzare un flash-mob davanti al Senato mercoledì prossimo, 20 novembre, in concomitanza con il voto.
Le responsabilità dell'amministrazione capitolina
Infine, per quanto riguarda nello specifico Roma, la presidente del Movimento ricorda: «L'eccesso di velocità è lo stato di ebbrezza più diffuso che esiste e a Roma è un problema molto grave. La sicurezza stradale è sempre una questione di corresponsabilità: dal punto di vista normativo la riforma del codice ci creerà problemi, ma questo non significa che le amministrazioni locali non debbano fare la propria parte. A Roma non si fa abbastanza, ci sono degli interventi spot ma manca una reale campagna incisiva che preveda sia comunicazione, sia infrastrutture, sia risorse di forze dell'ordine. In questa città il costo sociale della mancanza di sicurezza stradale è di un miliardo di euro annuo».
Pd a Azione in piazza
Presenti in piazza domenica anche alcuni rappresentanti politici. Sono scesi in campo la responsabile della segreteria del Pd, l'europarlamentare Annalisa Corrado, e il vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera, il dem Andrea Casu. «Come Pd già alla Camera e adesso al Senato - fanno sapere i parlamentari dem - abbiamo presentato emendamenti per mettere la difesa della vita al primo posto. Non sprechiamo questa occasione per andare nella direzione della prevenzione, di costruire città più sicure, vivibili e a misura di persona».
C'era anche il promotore della proposta di legge «Lazio strade sicure», Alessio D'Amato, consigliere regionale e responsabile Welfare di Azione. «Dispiace constatare, ancora una volta, l'assenza della Regione Lazio, che si dimentica di questa importante giornata. Purtroppo, Roma e il Lazio sono maglia nera in Italia per numero di vittime e incidenti stradali. Solamente ieri (sabato 16 novembre, ndr) nel Lazio ci sono state altre tre vittime. Una strage infinita che va fermata e su cui le istituzioni devono agire».
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