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Consultori a rischio, l'allarme delle attiviste: senza i servizi chiuderanno per mancanza di utenza

Giacomo Zito

Al presidio vicino alla Asl Roma 2, le attiviste denunciano il progressivo smantellamento dei consultori pubblici e rivendicano il diritto a servizi accessibili e pienamente funzionanti

un cartello di non una di meno davanti il poliambulatorio casalbertone

Manifestano per la cronica mancanza di servizi adeguati nei consultori in un'azione che parte dal territorio della Asl Roma 2 e presto si sposterà in tutta la città.


Sono le attiviste della rete transfemminista Non Una Di Meno e del Coordinamento delle Donne e Libera Soggettività delle Assemblee del Lazio che oggi primo aprile si sono date appuntamento davanti il poliambulatorio della Asl Roma 2, a Casal Bertone, per un presidio di protesta.


Un'azione per denunciare il progressivo smantellamento dei consultori pubblici e rivendicare il diritto a servizi accessibili e pienamente funzionanti, in contrasto alle versioni offerte invece dalle aziende sanitarie locali.


La voce delle attiviste

«I consultori stanno subendo un deterioramento continuo e costante, come tutta la sanità pubblica - sottolinea una delle rappresentanti del Coordinamento -. Abbiamo iniziato questa mobilitazione sotto la sede della Asl Roma 2, non perché sia l'unico problema, ma perché il fenomeno riguarda tutto il Lazio e l'Italia. In molte realtà, consultori pubblici vengono chiusi mentre ingenti finanziamenti finiscono a strutture private legate ad associazioni antiabortiste e cattoliche, che non svolgono il ruolo dei consultori come previsto dalla legge».


Durante il presidio, numerosi interventi hanno ribadito l'importanza dei consultori come spazi di prevenzione e supporto alla salute sessuale e riproduttiva. «Oggi vediamo sempre più spesso ginecologhe presenti solo per poche ore a settimana, l’assenza di assistenti sociali e psicologhe. Questo porta all'abbandono dei consultori, che smettono di essere punti di riferimento per le persone e vengono poi chiusi per mancanza di utenza», ha dichiarato l'attivista.


Oltre a interventi dal vivo, la protesta è stata accompagnata da striscioni, cartelloni e slogan che chiedevano il ripristino di servizi essenziali e una gestione più mirata al benessere pubblico delle risorse.


Insieme a queste, c'erano quindi 21 casette di cartone con scritte le criticità presenti in ogni struttura. Tra i servizi maggiormente minacciati, nella maggior parte delle strutture viene segnalata l'impossibilità di somministrare la Ru-486, anche meglio conosciuta come la pillola abortiva.

presidio consultori non una di meno casal bertone

I prossimi passi della mobilitazione

Nel contesto di una crescente precarietà dei servizi pubblici, il movimento transfemminista rilancia la mobilitazione in difesa dei consultori e dell'autodeterminazione.


In vista dell'assemblea nazionale di metà aprile, la sezione romana di Non Una Di Meno invita a un incontro martedì 2 aprile alle 19.00 presso Esc Atelier Autogestito, in via dei Volsci 159.


Secondo l'invito diffuso dal movimento, sarà «un momento di confronto aperto, strutturato in cerchio e facilitato da compagnə, per discutere strategie di lotta e azioni future».

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