Porta Pia, manifestazione nazionale del Tpl sui rinnovi contrattuali. Autisti Atac: «Vogliamo i contratti. Basta aggressioni»
In piazza anche tanti dipendenti Atac. Sul tavolo i temi sono molti, dalla sicurezza sul lavoro al principale: il rinnovo dei contratti nazionali
Fischietti, fumogeni, qualche petardo e le bandiere colorate delle tante sigle sindacali presenti.
Sono circa duemila le persone in piazzale di Porta Pia di fronte al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per la manifestazione nazionale del trasporto pubblico.
Sul tavolo i temi sono molti, dalla sicurezza sul lavoro al quello principale: il rinnovo dei contratti nazionali e la conseguente insicurezza lavorativa che ne deriva.
Alle 10.30 già un migliaio di persone si trova sotto il monumento ai Bersaglieri e intorno a mezzogiorno se ne contano il doppio.
Manifestazione nazionale
«Stiamo protestando per il rinnovo del contratto nazionale, visto che il settore versa in grave difficoltà per quanto riguarda il personale - vicesegretario provinciale di Faisal Cisal Forlì-Cesena, Massimo Pantò -. Le aziende hanno difficoltà a reperire il personale, in quanto il settore ha perso l'attrattività, soprattutto perché la paga non è più corrispondente ai sacrifici che si richiedono, ai rischi, ai titoli che bisogna avere».
Autisti Atac: «Basta aggressioni. Siamo lasciati a noi stessi»
La manifestazione sul trasporto pubblico locale - con sciopero annesso - è stato indetto per tutta la giornata e da numerose sigle sindacali nazionali, Cgil, Uiltrasporti, Fais Cisal, Fit Cisl.
Molti sono anche i lavoratori dell’Atac e delle linee ferrioviarie laziali: «Oltre al tema del contratto da rinnovare c'è anche quello sulla sicurezza: «Ci sentiamo lasciati soli - piega con precisione l'autista dell'Atac, Lucio di Persio, qui a piazzale Porta Pia -, siamo la linea principale di questa azienda e dobbiamo subire gli attacchi dei passeggeri, dare informazioni: siamo sempre quelli che ci mettono la faccia. Siamo lasciati a noi stessi. Non va bene, soprattutto per come veniamo pagati, anche per la responsabilità che abbiamo, poi guidare in una città come Roma... - commenta Lucio lasciando che lo sguardo continui il suo discorso -. Ce lo dicono i turisti stessi che vengono e non sanno come facciamo noi a riuscire a lavorare in questa città, in questo modo».
«Perché siamo qui? Per il rinnovo contrattuale che è scaduto -spiega deciso Stefano, autista dell'Atac -, siamo tutti qua per questo motivo, non è uno sciopero contro la politica, è uno sciopero contro il nuovo contrattuale che è scaduto, non ce lo stanno rinnovando, già da tempo, questo è il motivo per cui tutti i sindacati si sono riuniti e hanno deciso compatti di fare un sciopero. Non è ne uno sciopero politico contro il governo: è solamente che il contratto è scaduto, già da tempo. Vigili, infermieri, pompieri, hanno preso tutti i rinnovi contrattuali, noi siamo gli unici che ancora non abbiamo preso il rinnovo contrattuale»
«Siamo qui per il rinnovo del contratto e per dire basta alle aggressioni che ormai subiamo quotidianamente - aggiunge Alice, autista Atac -. Vorremmo avere maggiore tutela, dato che siamo noi, autisti, che rappresentiamo l'azienda in campo, tutela a zero, subiamo aggressioni quotidianamente, zero rispetto da parte del denso, quindi dovremmo avere maggiore tutela»
«Scioperiamo per tanti motivi - precisa Gianluca, di Astral, che coordina gli operai sulla linea Roma-Viterbo -. Intanto il governo si sta stanziando pochissimi fondi per questo rinnovo contrattuale che è stato già da un anno. Il problema è economico, nel senso che adesso come adesso nessuno può vuole fare più questo lavoro, perché è sottopagato e abbiamo difficoltà a trovare agenti, a trovare autisti». In più c'è il problema della sicurezza: «Il fatto che mancano i soldi - continua Gianluca -, sia per gli stipendi ma mancano anche i soldi per i mezzi di trasporto, che ormai sono vetusti, sono ridotti quasi al limite, quindi il servizio non può andare bene perché mancano i mezzi e mancano gli autisti: c'è più pericolo anche di aggressioni e comunque sia se guida anche mezzi vecchi, quindi non hanno questa eccessiva sicurezza».
Vicino a Gianluca, c'è un amico, "Nino", autista Atac: «La situazione è disastrosa, la vedono tutti: il personale è esasperato, turni massacranti, stipendi che conoscono tutti e se non migliora qualcosa qui non so dove andremo a finire. Ricordiamoci, alle porte al Giubileo.
L’arrivo dagli autoferrotranvieri
Intono alle 12.45 da via del Policlinico a rinforzare i protestanti arrivano altre due grandi gruppi sindacali genovesi, sotto le sigle della Cgil (con lo striscione «Oggi come ieri rossi e tranvieri») e quella, meno politica, della Faisal Cisal (sul loro striscione la grande scritta: «Né rossi né neri, siamo solo tranvieri»), ma uniti dagli stessi motivi e dallo stesso settore, quello degli autoferrotranvieri.
Cori contro Salvini
I manifestanti adesso avanzano pacificamente verso il ministero. Tra cori e insulti contro il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di cui i meno coloriti sono «Contratto! Contratto! Contratto!» e «Salvini caccia "li sordi"».
L’arrivo di Elly Schlein
Tra i manifestanti arriva Elly Schlein: «È importante per noi stare a fianco di lavoratrici e lavoratori del trasporto pubblico locale. Il governo sta tagliando, è inaccettabile. I lavoratori si trovano in condizione di non poter fare il loro lavoro e i pendolari si trovano in condizione di non poter arrivare al lavoro in tempo».
Secondo la segretaria dem i 120 milioni stanziati per il 2025 «non sono assolutamente sufficienti per un fabbisogno che i sindacati stimano in 1,7 miliardi non c'è assolutamente il recupero dell'inflazione e così si tagliano anche i servizi ai cittadini, è inaccettabile. Bisogna mettere i lavoratori in condizione di fare bene il loro lavoro - conclude Schlein - per un servizio pubblico fondamentale».
Il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi
«Noi oggi abbiamo fatto l'incontro con i sindacati - spiega il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi -, e abbiamo confermato il fatto che martedì - sta partendo adesso la richiesta del ministero - convocheremo un tavolo per affrontare il tema del rinnovo del contratto del settore a livello nazionale e sui temi relativi strutturalmente alla gestione del Tpl: non solo sulla finanziaria, ma anche in prospettiva, visto che i vari investimenti del nostro ministero (negli ultimi anni hanno fatto 26 miliardi di investimenti) sul settore, sul rinnovo mezzi, su linee metropolitane e ferroviarie legate alla parte del Tpl, è evidente però che bisogna trovare un punto di equilibrio che consenta nel lungo periodo di mantenere un progressivo aumento del livello di qualità del settore e anche un riconoscimento economico sui lavoratori, garantendo anche la sicurezza non solo degli operatori ma anche dei passeggeri dei mezzi. È un tema su cui convolgeremo anche le amministrazioni locali, oltre alle aziende e anche le regioni - continua Rixi -, perché come sapete è una competenza di vari livelli e dobbiamo farci trovare pronti non solo per gli eventi internazionali come il Giubileo, ma anche per garantire un miglioramento del servizio per i nostri cittadini».
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