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Edoardo Iacolucci

Porta Pia, manifestazione nazionale del Tpl sui rinnovi contrattuali. Autisti Atac: «Vogliamo i contratti. Basta aggressioni»

In piazza anche tanti dipendenti Atac. Sul tavolo i temi sono molti, dalla sicurezza sul lavoro al principale: il rinnovo dei contratti nazionali

Piazzale di Porta Pia (La Capitale)
Piazzale di Porta Pia (La Capitale)

Fischietti, fumogeni, qualche petardo e le bandiere colorate delle tante sigle sindacali presenti.

Sono circa duemila le persone in piazzale di Porta Pia di fronte al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per la manifestazione nazionale del trasporto pubblico.


Sul tavolo i temi sono molti, dalla sicurezza sul lavoro al quello principale: il rinnovo dei contratti nazionali e la conseguente insicurezza lavorativa che ne deriva.

Alle 10.30 già un migliaio di persone si trova sotto il monumento ai Bersaglieri e intorno a mezzogiorno se ne contano il doppio.


Manifestazione nazionale

Piazzale di Porta Pia (La Capitale)

«Stiamo protestando per il rinnovo del contratto nazionale, visto che il settore versa in grave difficoltà per quanto riguarda il personale - vicesegretario provinciale di Faisal Cisal Forlì-Cesena, Massimo Pantò -. Le aziende hanno difficoltà a reperire il personale, in quanto il settore ha perso l'attrattività, soprattutto perché la paga non è più corrispondente ai sacrifici che si richiedono, ai rischi, ai titoli che bisogna avere».


Autisti Atac: «Basta aggressioni. Siamo lasciati a noi stessi»

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Giancluca di Persio, autista Atac

La manifestazione sul trasporto pubblico locale - con sciopero annesso - è stato indetto per tutta la giornata e da numerose sigle sindacali nazionali, Cgil, Uiltrasporti, Fais Cisal, Fit Cisl.

Molti sono anche i lavoratori dell’Atac e delle linee ferrioviarie laziali: «Oltre al tema del contratto da rinnovare c'è anche quello sulla sicurezza: «Ci sentiamo lasciati soli - piega con precisione l'autista dell'Atac, Lucio di Persio, qui a piazzale Porta Pia -, siamo la linea principale di questa azienda e dobbiamo subire gli attacchi dei passeggeri, dare informazioni: siamo sempre quelli che ci mettono la faccia. Siamo lasciati a noi stessi. Non va bene, soprattutto per come veniamo pagati, anche per la responsabilità che abbiamo, poi guidare in una città come Roma... -  commenta Lucio lasciando che lo sguardo continui il suo discorso -. Ce lo dicono i turisti stessi che vengono e non sanno come facciamo noi a riuscire a lavorare in questa città, in questo modo».


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Stefano, Atac

«Perché siamo qui? Per il rinnovo contrattuale che è scaduto -spiega deciso Stefano, autista dell'Atac -, siamo tutti qua per questo motivo, non è uno sciopero contro la politica, è uno sciopero contro il nuovo contrattuale che è scaduto, non ce lo stanno rinnovando, già da tempo, questo è il motivo per cui tutti i sindacati si sono riuniti e hanno deciso compatti di fare un sciopero. Non è ne uno sciopero politico contro il governo: è solamente che il contratto è scaduto, già da tempo. Vigili, infermieri, pompieri, hanno preso tutti i rinnovi contrattuali, noi siamo gli unici che ancora non abbiamo preso il rinnovo contrattuale»


Atac
Alice, autista Atac

«Siamo qui per il rinnovo del contratto e per dire basta alle aggressioni che ormai subiamo quotidianamente - aggiunge Alice, autista Atac -. Vorremmo avere maggiore tutela, dato che siamo noi, autisti, che rappresentiamo l'azienda in campo, tutela a zero, subiamo aggressioni quotidianamente, zero rispetto da parte del denso, quindi dovremmo avere maggiore tutela»


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Gianluca, coordinatore operai Astral

«Scioperiamo per tanti motivi - precisa Gianluca, di Astral, che coordina gli operai sulla linea Roma-Viterbo -. Intanto il governo si sta stanziando pochissimi fondi per questo rinnovo contrattuale che è stato già da un anno. Il problema è economico, nel senso che adesso come adesso nessuno può vuole fare più questo lavoro, perché è sottopagato e abbiamo difficoltà a trovare agenti, a trovare autisti». In più c'è il problema della sicurezza: «Il fatto che mancano i soldi - continua Gianluca -, sia per gli stipendi ma mancano anche i soldi per i mezzi di trasporto, che ormai sono vetusti, sono ridotti quasi al limite, quindi il servizio non può andare bene perché mancano i mezzi e mancano gli autisti: c'è più pericolo anche di aggressioni e comunque sia se guida anche mezzi vecchi, quindi non hanno questa eccessiva sicurezza».


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Nino, autista Atac

Vicino a Gianluca, c'è un amico, "Nino", autista Atac: «La situazione è disastrosa, la vedono tutti: il personale è esasperato, turni massacranti, stipendi che conoscono tutti e se non migliora qualcosa qui non so dove andremo a finire. Ricordiamoci, alle porte al Giubileo.


L’arrivo dagli autoferrotranvieri

Manifestazione settore Tpl, di fronte il minstero dei Traporti e delle Infrastrutture
Manifestazione settore Tpl, di fronte il minstero dei Traporti e delle Infrastrutture (La Capitale)

Intono alle 12.45 da via del Policlinico a rinforzare i protestanti arrivano altre due grandi gruppi sindacali genovesi, sotto le sigle della Cgil (con lo striscione «Oggi come ieri rossi e tranvieri») e quella, meno politica, della Faisal Cisal (sul loro striscione la grande scritta: «Né rossi né neri, siamo solo tranvieri»), ma uniti dagli stessi motivi e dallo stesso settore, quello degli autoferrotranvieri.




Cori contro Salvini

I manifestanti adesso avanzano pacificamente verso il ministero. Tra cori e insulti contro il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di cui i meno coloriti sono «Contratto! Contratto! Contratto!» e «Salvini caccia "li sordi"».


L’arrivo di Elly Schlein

Tra i manifestanti arriva Elly Schlein: «È importante per noi stare a fianco di lavoratrici e lavoratori del trasporto pubblico locale. Il governo sta tagliando, è inaccettabile. I lavoratori si trovano in condizione di non poter fare il loro lavoro e i pendolari si trovano in condizione di non poter arrivare al lavoro in tempo».


Secondo la segretaria dem i 120 milioni stanziati per il 2025 «non sono assolutamente sufficienti per un fabbisogno che i sindacati stimano in 1,7 miliardi non c'è assolutamente il recupero dell'inflazione e così si tagliano anche i servizi ai cittadini, è inaccettabile. Bisogna mettere i lavoratori in condizione di fare bene il loro lavoro - conclude Schlein - per un servizio pubblico fondamentale».


Il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi

«Noi oggi abbiamo fatto l'incontro con i sindacati - spiega il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi -, e abbiamo confermato il fatto che martedì - sta partendo adesso la richiesta del ministero - convocheremo un tavolo per affrontare il tema del rinnovo del contratto del settore a livello nazionale e sui temi relativi strutturalmente alla gestione del Tpl: non solo sulla finanziaria, ma anche in prospettiva, visto che i vari investimenti del nostro ministero (negli ultimi anni hanno fatto 26 miliardi di investimenti) sul settore, sul rinnovo mezzi, su linee metropolitane e ferroviarie legate alla parte del Tpl, è evidente però che bisogna trovare un punto di equilibrio che consenta nel lungo periodo di mantenere un progressivo aumento del livello di qualità del settore e anche un riconoscimento economico sui lavoratori, garantendo anche la sicurezza non solo degli operatori ma anche dei passeggeri dei mezzi. È un tema su cui convolgeremo anche le amministrazioni locali, oltre alle aziende e anche le regioni - continua Rixi -, perché come sapete è una competenza di vari livelli e dobbiamo farci trovare pronti non solo per gli eventi internazionali come il Giubileo, ma anche per garantire un miglioramento del servizio per i nostri cittadini».










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