Poli civici: aiutano chi è in difficoltà dalle periferie al centro, ora c'è un albo ufficiale del Comune
Nati spontaneamente, si è concluso il percorso che ufficializza la presenza dei poli civici a Roma come strumento di partecipazione della città. Tra le principali attività c'è quella dello sportello di orientamento che accoglie il disagio socio economico degli utenti sui temi della casa, del lavoro, della salute, dei diritti. La loro presenza nei territori facilita l'accesso ai servizi sociali e al welfare. La prima riunione del coordinamento è stata un'occasione per stilare un bilancio e per progettare il futuro

Esistono da alcuni anni in vari territori, vengono riconosciuti dal Campidoglio con il regolamento approvato dall'assemblea capitolina lo scorso 25 ottobre e ora si iscrivono all'albo della cittadinanza attiva del Comune. E' proprio questo l'ultimo atto del percorso che ufficializza la presenza dei poli civici a Roma come strumento di partecipazione della città. La prima riunione del coordinamento si è tenuta mercoledì 26 marzo negli uffici del Tempio di Giove, un'occasione per stilare un bilancio delle attività e per progettare il futuro.
I poli civici di oggi e di domani
Nati spontaneamente soprattutto nelle periferie - ma anche in zone centrali come all'Esquilino -
si occupano di accogliere ed aiutare le persone più in difficoltà. Lo fanno in primis con sportelli di orientamento che affrontano il disagio socio economico degli utenti sui tema della casa, dell'occupazione e dei servizi sociali. Casale Caletto nel Municipio V, Torre Maura nel VI, Montespaccato, Bastogi e Giustiniana nei Municipi XIII e XV sono i cinque territori dove nel 2024 sono stati attivati i poli civici. Questi si sono aggiunti alle sperimentazioni già presenti all'Esquilino, Quarticciolo e Cinecittà e alle esperienze avviate nel 2023 a Laurentino nel IX municipio, Casaletto-Pisana nel XII e a San Paolo-Garbatella nell'VIII. Nel corso del 2025 si valuterà l'ufficializzazione di altri poli civici attraverso una call del Comune. Potrebbero nascere, così, ad Ostia, Acilia a San Basilio - Rebibbia e a Tor Pignattara.
Facilitano l'accesso ai servizi comunali
«I Poli civici sono una delle forme che l’attivismo sociale ha assunto a Roma e oggi mettiamo nero su bianco la scommessa di costituire strumenti di rappresentanza della cittadinanza e fornire anche risposte istituzionali dove le istituzioni non arrivano», ha detto in apertura il responsabile dell'ufficio Giubileo delle persone e della partecipazione Andrea Catarci. Già in fase di sperimentazione i poli civici hanno avuto un ruolo in termini di facilitazione del rapporto con gli uffici dell'amministrazione: «Grazie agli sportelli territoriali, aumentano di molto gli accessi ai servizi e poi queste realtà svolgono un ruolo di animazione, di mappatura delle opportunità e migliorano il coordinamento nella distribuzione dei beni di prima necessità», ha aggiunto Catarci.
Da Giustiniana a Torre Maura, le esperienze nei territori
Samyra Musneh del Polo civico Montespaccato, Bastogi e Giustiniana ha raccontato l'esperienza degli Empori territoriali: «Per noi sono luoghi di accoglienza dove la povertà non è uno status ma una condizione di contingenza». In questo modo «chi riceve aiuto si sente parte integrante della comunità», ha detto Musneh sottolineando come l'attività della «distribuzione delle risorse alimentari è spesso solo un punto di partenza per l'accesso a servizi e e al welfare locale».
Per il Polo civico Torre Maura è intervenuta Carolina Farina (portavoce nell'occasione anche del polo civico di Cinecittà, ndr). L'attivista ha ricordato le attività che vengono svolte nel territorio per favorire la condizione di «uscita dalla povertà» anche con «percorsi di formazione retribuita per garantire il sostegno al reddito».
Polo civico Esquilino: «Su piazza Pepe risultato del questionario nelle prossime settimane»
Lorenzo Teodonio del polo civico Esquilino ha raccontato, tra l'altro, l'esperienza di piazza Pepe, nel I municipio dove era stato ipotizzato di recintare l'area: «Siamo intervenuti dicendo "no" all'idea che le piazze si debbano governare con le cancellate, abbiamo scritto delle proposte e abbiamo diffuso un questionario a cui hanno risposto circa 1000 cittadini». Nelle prossime settimane «consegneremo - ha annunciato Teodonio - i risultati all'amministrazione in modo che questa piazza possa essere vissuta come un luogo di aggregazione». «Siamo contenti - ha concluso - che questo percorso avvenga anche all’interno del coordinamento dei poli civici per la città solidale».
«I poli civici riempiono gli spazi lasciati vuoti dalle istituzioni»
Per i consiglieri capitolini di Sinistra civica ecologista Alessandro Luparelli e Michela Cicculli, i poli civici sono luoghi di «ascolto, presa in carico, invio ai servizi istituzionali, ma anche di sostegno legale e attività di animazione per lo sviluppo locale e poi laboratori di partecipazione popolare per intercettare i bisogni delle comunità». Attività «con un unico scopo, quello di riempire gli spazi lasciati vuoti dalle istituzioni e rispondere all'esigenze della collettività con pratiche di autogestione e solidarietà«, aggiungono. «Nove esperienze - concludono i consiglieri - che ci fanno rivendicare con forza, sia nei confronti del governo centrale che di quello regionale, un aumento delle risorse economiche per un nuovo piano delle periferie».
Le criticità
Tra le criticità emerse, c'è proprio quella della scarsità di risorse per finanziare le attività che i poli civici svolgono nei municipi. Per ora le uniche su cui potranno contare sono i 300mila euro derivanti da un emendamento nello scorso bilancio da parte del consigliere Alessandro Luparelli e dai fondi dell'ufficio di scopo Giubileo delle persone e della partecipazione. L'altro elemento critico rimane quello della mancanza di spazi per aprire gli sportelli al pubblico e per l'animazione e i laboratori nei territori. In questi anni i servizi dei poli civici si sono svolti presso altri enti o nelle sedi delle associazioni.
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