Pisana, il giorno dopo l'incendio: "Qui abbandonati a noi stessi"
Ancora da chiarire le cause del rogo. Diverse abitazioni sono state evacuate, alcuni hanno subito intossicazioni da fumo. Evacuato anche il parco acquatico «Hydromania»
Il giorno dopo il grave incendio, esteso per diversi ettari, tra le zone della Pisana, Magliana, Aurelia, nei pressi del Grande raccordo anulare, periferia Sud-Ovest della Capitale, oggi, in via Rifredi, dove ieri sono divampate le prime grandi fiamme, sono i residenti a tentare di dare una sistemata e contare i danni del disastro ambientale.
Gli stessi abitanti che ieri hanno dovuto abbandonare le proprie case per sicurezza. Alcuni di loro anche manifestando i sintomi di intossicazione respiratoria, per via del fumo. Una densa colonna visibile a chilometri di distanza.
Le fiamme che sono divampate ieri pomeriggio, con il vento caldo si sono infatti fatte velocemente strada: «Sono arrivato poco più tardi. Mia figlia era a casa – racconta, con scopa e raccoglitore in mano, per pulire preventivamente strada e dintorni da erbacce e foglie secche, Davide Invitti, residente proprio in via Rifredi -. I miei vicini erano in casa, sono scesi: hanno visto le fiamme: proprio là».
Davide indica il punto dove il rogo è nato: «Questo è anche il risultato dell'incuria di tutti questi anni, sono tantissimi anni: io abito da quindici anni qui e non è mai venuto nessuno qui. Ecco, ci dobbiamo pulire da soli la strada. L'Ama non è mai venuta. Hanno fatto quella struttura dell’Acea ma la vegetazione non è mai stata tagliata: è un'incuria totale e quindi è ovvio che nel corso del tempo succedono queste cose. È inevitabile».
Per rispondere a questa situazione e sensazione di abbandono e incuria, Davide pensava di organizzarsi con i suoi vicini: «Fare una sorta di Comitato di quartiere, ma poi sono cose che non si riescono mai a realizzare, è difficile mettere insieme tante persone…». Alla fine di via Rifredi – strada chiusa -, dove c’è uno spiazzale, si è formata una sorta di voragine.
Qui, lo senario è lunare. Terra nera bruciata, cinque macchine totalmente carbonizzate, così come i rigogliosi fichi d’india che in questo periodo offrivano generosamente tanti colorati frutti. E si comprende tutta la vastità del rogo che arriva fino al Grande raccordo anulare, dove ai bordi delle carreggiate, nei pressi dell'area che ospita il parco acquatico «Hydromania», ci sono ancora adesso piccoli roghi. Andando più avanti la situazione non cambia.
I più pericolosi, sia perché a pochi passi da un benzinaio, sia perché interessano pali con condutture elettriche, sono quelli nei pressi della stazione di rifornimento «Pisana Esterna», sempre sul Grande Raccordo Anulare.
Così come altri roghi ardono tuttora in via del Fosso della Magliana dove, in uno spazio ormai non più verde, una struttura fatiscente ridotta a pilastri e tetto ancora dà vita a piccole fiamme.
«Adesso – conclude con un augurio Davide, che ancora non ha finito di spazzare la strada per la gran quantità di sterpaglia - speriamo che i signori che abitano lì, dove c’è il parcheggio, abbiano di nuovo l’accesso, perché sotto si è creata questa voragine che è un problema: questa è una strada un po' così, e noi siamo un po' lasciati a noi stessi».
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