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Parlano i genitori del giovane ragazzo accoltellato domenica sera a Trastevere

Redazione La Capitale

Il racconto dei genitori di Matteo, il ragazzo minorenne accoltellato la sera di domenica a Trastevere

san camillo forlanini
San Camillo Forlanini

Un ragazzo di 15 anni, accoltellato all’addome domenica sera a Ponte Testaccio da due aggressori di origine nordafricana dopo una rapina andata a vuoto, si sta riprendendo all’ospedale San Camillo.


I suoi genitori, che gli sono sempre accanto, hanno raccontato di essere rimasti sconvolti dall’accaduto, sottolineando come il fatto fosse avvenuto alle 20 in una zona molto frequentata di Roma e che avrebbe potuto succedere a chiunque.


Il racconto, da Ponte Testaccio a Trastevere

Hanno spiegato che il figlio, Matteo, è un grande tifoso della Roma e che, ogni volta che la sua squadra gioca, è solito recarsi con alcuni amici in una pizzeria della zona che trasmette la partita. E domenica scorsa, in occasione di Roma-Napoli, avrebbe dovuto fare lo stesso. Il ragazzo non conosceva i suoi assalitori e ha in seguito fornito alla polizia tutti i dettagli in suo possesso.


I due genitori hanno riferito che, al momento della rapina, il figlio aveva consegnato immediatamente il portafoglio, spiegando che non aveva nulla con sé. Ma, i rapinatori, delusi dal contenuto vuoto, lo avevano colpito con un pugno alla testa e con il coltello, proprio sul fianco, dove è stato poi operato. Hanno poi evidenziato che il tempestivo arrivo dei soccorsi e l’intervento chirurgico d’urgenza avevano evitato conseguenze peggiori.


I genitori sconvolti dall'eco mediatica della notizia

Nel frattempo, la polizia sta proseguendo le indagini per identificare i due aggressori, analizzando le telecamere di sicurezza della zona di Testaccio e Trastevere, dal momento che potrebbero aver colpito anche in altre occasioni.


Abituato al mondo dello sport agonistico, il ragazzo, dicono i genitori, che sta affrontando con determinazione questo momento difficile, con l’obiettivo di tornare alla normalità. Ma non si aspettavano una tale risonanza mediatica e sono rimasti sconvolti dalla quantità di notizie circolate sull’episodio.


La loro gratitudine va quindi ai medici che hanno operato il figlio minorenne. In particolare l’ospedale San Camillo e lo staff del reparto di Chirurgia diretto dal professor Pierluigi Marini, oltre ai dottori Nardi, Mancuso e Scorziello. Hanno poi ribadito il loro appello alla giustizia, augurandosi che episodi simili non si ripetano e che i responsabili di un’aggressione così violenta e immotivata vengano individuati al più presto.




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