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La «mezza supercazzola» a Ostia accende la protesta, il comitato chiede giustizia per il commissariamento

Giacomo Zito

Le parole dell’ex prefetto di Roma infiammano la protesta dei cittadini ostiensi che il 2 aprile scendono in piazza per chiedere risarcimenti e scuse ufficiali per chi «vive le cicatrici di una decisione ingiusta e sbagliata»

ostia gabrielli
Il monumento a piazza Anco Marzio, a Ostia (SX) e il prof. Franco Gabrielli

Una notizia relegata a un trafiletto di giornale infiamma la rabbia e l’indignazione dei cittadini di Ostia. A dieci anni dal commissariamento per mafia del municipio X di Roma, l'ex prefetto della Capitale, Franco Gabrielli, durante la presentazione di un libro a Milano ha sostenuto che per commissariare il municipio si è dovuta effettuare «una mezza supercazzola» con l’obiettivo di salvare l’amministrazione di Roma. 


La notizia si sparge a macchia d’olio nel territorio lidense dove già da tempo diverse organizzazioni denunciano gli effetti negativi della narrazione criminalizzante sul territorio. Dopo l’ultima rivelazione, letta come l'ufficializzazione di un sospetto (ovvero che Ostia sia stata sacrificata per salvare Roma), ne è nata una conformazione spontanea tra cittadini privati, provenienti da altre realtà già attive sul territorio, confluita nel comitato Giustizia X Ostia.


Il neonato movimento, alla lettura delle parole dell’ex prefetto, ora professore alla Sda Bocconi, ha quindi indetto una fiaccolata il 2 aprile in piazza Anco Marzio con l’obiettivo di denunciare gli effetti del commissariamento, «una decisione ingiusta», secondo il comitato, che ora pretende «risposte e risarcimenti per chi ha pagato il prezzo di questa scelta politica».


Le parole dell'ex prefetto Gabrielli

Durante la presentazione del libro Storie bastarde, (Avagliano editore) di Davide Desario a Milano, Franco Gabrielli, ex prefetto di Roma e già capo della polizia, aveva rievocato i retroscena del commissariamento del X Municipio, su spinta del direttore di Adnkronos ed ex cronista del Messaggero. «Disposi la verifica se il Comune di Roma potesse essere sciolto per mafia», aveva spiegato Gabrielli lo scorso 11 marzo, «ma commissariare la Capitale avrebbe significato un danno del 2% al PIL nazionale». Così si è optato per una soluzione alternativa: sciogliere Ostia con una «mezza supercazzola», un escamotage giuridico.


L’ex prefetto aveva ammesso infatti che il municipio, privo di personalità giuridica, non era tecnicamente scioglibile, ma la presenza dei clan e il condizionamento mafioso erano innegabili. «Era una forzatura di non poco conto», aveva aggiunto, ma l’obiettivo era evitare l'effetto simbolico ed economico su Roma.


L’impatto del commissariamento

Per questo motivo si optò, grazie a una soluzione «meta-giuridica», al commissariamento di Ostia. Una decisione che però non tenne conto dell'impatto negativo che la stessa provocò a tutta l'economia del territorio, costretto a subire «ripercussioni devastanti» a causa della narrazione criminalizzante del litorale romano.


Come denunciato anche da Federbalneari Roma e Confesercenti Ostia e Municipio X. il territorio è stato penalizzato da un’etichetta negativa che ha allontanato investimenti e visitatori. 


«Siamo allibiti e sgomenti - aveva commentato la presidente della locale Confesercenti Valentina Fabbri Biancone in seguito alle dichiarazioni di Gabrielli-. Studiare a tavolino una mossa del genere è alquanto discutibile sotto tutti i profili». Il commissariamento, secondo quanto riportato da Fabbri Biancone, «ha portato a una crisi delle imprese e a una riduzione dell'indotto turistico e dell'introito per le aziende», al punto che «molte piccole e medie imprese non sono sopravvissute».


Le richieste del comitato

In questo contesto, le parole di Gabrielli non hanno fatto altro che gettare benzina su una brace accesa un decennio prima e che ha infine portato alla conformazione del nuovo comitato. Dopo che la «verità» è stata «svelata», si legge nella nota pubblicata da Giustizia X Ostia, «l'indignazione è ancora più forte e si è trasformata in una forza collettiva» da cui è scaturita la nascita del nuovo raggruppamento.


Come scritto dagli stessi promotori, si tratta di «un comitato trasversale, libero da appartenenze politiche, che scende in piazza per chiedere giustizia. Una giustizia che è stata negata per anni a Ostia e ai suoi abitanti, e che oggi si chiede con forza e determinazione».


La fiaccolata sarà quindi l’occasione per riportare alla luce le richieste di una città che «a causa di quel 'commissariamento supercazzola', è stata distrutta, abbandonata e umiliata. Il Comitato Giustizia x Ostia - termina il comunicato - non solo chiede scuse ufficiali per quanto accaduto, ma anche un risarcimento per chi, ancora oggi, vive le cicatrici di una decisione ingiusta e sbagliata. Chiediamo che Ostia venga restituita ai suoi cittadini, alla sua dignità, alla sua giustizia».

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