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  • Camilla Palladino

L'Osservatorio sicurezza sulle carceri: "A Regina Coeli sovraffollamento al 180%"

I dati del report elaborato dall’Os, l’Osservatorio sicurezza del Cafisc (Centro alta formazione investigazione strategia criminologia) di Roma

carceri
(Foto di archivio)

«Ogni anno 60 detenuti e 10 poliziotti penitenziari si tolgono la vita. Due suicidi su tre sono correlati a condizioni di vita (e di lavoro) fuori dalla legalità». Il report elaborato dall’Os, l’Osservatorio sicurezza del Cafisc (Centro alta formazione investigazione strategia criminologia) di Roma, sulla base dei dati forniti da diverse realtà (dall'associazione Antigone alla rivista carceraria Ristretti Orizzonti, passando per il Garante nazionale delle persone private della libertà) mette il correlazione il sovraffollamento delle carceri italiane con il numero di suicidi in crescita all'interno degli istituti penitenziari. Una vera e propria emergenza sociale che coinvolge anche Roma e il Lazio.


L'emergenza a Roma e nel Lazio

Nella nostra regione quest'anno tre detenuti si sono tolti la vita, due a Regina Coeli e uno a Latina, e un altro suicidio è avvenuto nel Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) di Ponte Galeria. Stando ai dati forniti dal report e aggiornati al 30 giugno 2024, nel Lazio sono presenti 14 istituti penitenziari per una capienza complessiva di 5.281 persone. I detenuti nella nostra Regione sono tuttavia 6.788, di cui 1.094 ancora in attesa di primo giudizio. Limitandosi al territorio romano, la maglia nera va alla casa circondariale Regina Coeli, in cui il tasso di sovraffollamento sfiora il 180 per cento con 1.129 detenuti (di cui 563 stranieri) per 628 posti disponibili. A seguire il nuovo complesso di Rebibbia Raffaele Cinotti, in via Raffaele Majetti, con 1.556 persone private della libertà (di cui 482 straniere) per una capienza pari a 1.170 unità.


Per quanto riguarda la situazione nazionale, nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno al 20 giugno sono stati registrati 44 suicidi. Dieci persone in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, come riferisce il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. A livello complessivo i detenuti nelle strutture presenti nel nostro Paese sono 61.468, a fronte di 47.067 posti regolarmente disponibili, per un indice di sovraffollamento pari al 130,59 per cento. In aumento anche i tentati suicidi: 877 quest’anno rispetto agli 821 dell'anno scorso. E le aggressioni al personale di polizia penitenziaria: 881 nel 2024, 688 nel 2023.


I numeri nelle carceri italiane

«La frequenza dei suicidi tra i detenuti è 20 volte superiore rispetto alla norma - è scritto nel report - mentre quella tra gli agenti penitenziari è 3 volte superiore alla norma e risulta anche la più elevata tra tutte le forze dell’ordine. Di frequente il suicidio è legato a vicende personalissime, tuttavia un semplice studio comparativo ci fa ritenere che almeno i due terzi dei casi sono correlati al “fattore ambientale”: non tanto per l’ambiente carcerario di per se stesso, quanto piuttosto per una condizione detentiva “al di fuori della legalità”. Negli ultimi decenni le carceri italiane hanno vissuto una progressiva perdita di legalità, con l’intensificarsi del sovraffollamento e della “detenzione sociale” (tossicodipendenti, immigrati), con la diminuzione delle opportunità di lavoro interno, delle risorse economiche per il “trattamento dei detenuti”, del numero di personale penitenziario».


Delle quasi 61.500 persone che costituiscono la popolazione penitenziaria, infatti, oltre 19mila (circa il 31 per cento) sono stranieri, per la stragrande maggioranza provenienti da paesi poveri. Un’altra quota rilevantissima nella popolazione penitenziaria – circa il 30 per cento – è invece rappresentata da tossicodipendenti. «È il momento di fare diventare azione, con provvedimenti di legge, una riforma sostanziale e legalizzando con un procedimento necessario, le strutture carcerarie in Italia», è la conclusione a cui giunge nel documento la presidente dell'Os Anna Luana Tallarita, antropologa e criminologa, nonché cavaliere al Merito della Repubblica.






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