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Redazione La Capitale

Operaio da contaminazione, nuovi aggiornamenti Isin: «È da americio e non plutonio»

La dose efficace assorbita dal lavoratore è stata stimata in 6,2 millisievert, un valore ben al di sotto del limite annuo di 20 millisievert stabilito dalle normative di sicurezza

Centro Enea (Enea)
Il Centro Ricerche Casaccia è il più grande complesso di laboratori ed impianti dell'Enea (Enea)

L'Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare) ha condotto una seconda ispezione presso l'impianto «Plutonio» della Sogin nel Centro Ricerche della Casaccia, a seguito dell'episodio di contaminazione interna avvenuto il 21 novembre scorso.


Americio identificato come causa principale

Durante gli accertamenti è stato verificato che la contaminazione interna subita da un lavoratore era principalmente dovuta ad americio, e non a plutonio.

La dose efficace assorbita dal lavoratore è stata stimata in 6,2 millisievert, un valore ben al di sotto del limite annuo di 20 millisievert stabilito dalle normative di sicurezza.


Le indagini: anomalia durante la svestizione

La contaminazione è stata quindi

attribuita a un'anomalia avvenuta durante la rimozione della maschera interofacciale, fase cruciale della procedura di svestizione.

La seconda ispezione ha coinvolto il personale contaminato, altri operatori presenti durante l'incidente e la direzione dell'impianto. Anche i carabinieri ambientali, del Nucleo Ispettorato della Cassia hanno partecipato agli accertamenti.

L’Isin conferma che non ci sono stati segnali di contaminazione interna né per gli altri operatori né per l’ambiente circostante.


Un episodio che però rimarca l'importanza di seguire protocolli rigorosi durante le operazioni con materiali radioattivi. Gli approfondimenti proseguiranno per garantire il massimo livello di sicurezza.

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